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Saturday 10 March 2012

Da LeBron James ad Andrea Moccia...

Ci sono campioni e campioni nello sport.

Si passa dai giocatori dell'NBA ai calciatori super pagati e viziati dei campionati europei. Entrambe le categorie hanno la comune caratteristica di essere "gonfiate" da una malata e insana risonanza mediatica mondiale.

Poi esiste un'altra specie di campioni, di veri e proprio fenomeni che, nel loro pressocché anonimato, meritano ben altre lodi ed un'ammirazione suprema.

Quando ho corso le prime gare podistiche qualche anno fa, mi curavo, dal basso del mio dilettantismo, di arrivare al traguardo felice e sorridente, scambiando le impressioni con il fratello coach, che mi precedeva puntualmente di svariati minuti (e che sempre mi precederà). Mi godevo il panorama dei percorsi e quel fantastico clima pre-partenza, che vede uniti podisti di ogni caratura, origine sociale e, lasciatemelo dire, odore (solo chi è stato nel gruppo prima della partenza sa quali "olezzi" sanno produrre alcuni podisti prima della gara!!!!).

Poi ho cominciato ad affrontare la corsa in maniera più attiva, andandomi a cercare gare, leggendo blog e, soprattutto, consultando siti internet con i risultati ed i nomi degli arrivati alle gare passate. Non certo che questo abbia mutato la natura prettamente amotorial-dilettantistica del mio correre, ma ho cominciato a dedicare al podismo tempo ed interesse crescenti.

In questo ulteriore esercizio di curiosità, ovviamente sollecitato dalla frequentazione con il fratello coach, ho iniziato a leggere molti nomi di podisti fortissimi che, puntualmente, di domenica in domenica chiudevano le loro performance sotto i 3'15 al km o giù di lì.

Poi, grazie al fondamentale portale www.tds-live.it, ho iniziato ad utilizzare i "filtri" e a scoprire un universo di podisti, che potrebbero tranquillamente avere l'età di mio padre, i quali non solamente corrono allegramente 30-40 gare all'anno, ma lo fanno a dei ritmi pazzeschi, direi assoluti sul panorama dell'atletica italiana. Arzilli signori che mi danno, in una mezza maratona, 15-18 minuti di distacco senza problemi.

Uno fra tutti, che peraltro rappresenta uno stimolo nei giorni in cui non ho proprio voglia di fare i miei allenamenti, è tale Andrea MOCCIA,

Abbondantemente ultracinquantenne (se non sbaglio classe 1958), questo fenomeno si allena 6 volte a settimana (+ gara la domenica), per un totale di 150-200 km settimanali di media, 2 ore al giorno a partire dalle cinque e mezzo del mattino...NO COMMENT!
E'un fenomeno anche e soprattutto perché ha iniziato a correre, a sua detta , a 45 anni e da allora puntualmente vince gran parte delle gare nella sua categoria, arrivando fra i primissimi al traguardo e sbalordendo tutti per la sua energia e velocità.

Solo a titolo aneddotistico, racconto che alla recente gara di Vallelunga, che ho descritto in uno dei post precedenti, il fortissimo Moccia è arrivato settimo (su 609 atleti), qualche manciata di secondi dopo il mio fortissimo compagno di squadra Fabio Rea, che è un ragazzo di 20 anni più giovane di lui. La cosa che mi ha lasciato esterrefatto è stato il racconto di Fabio a fine gara. All'ultimo km, infatti, il Moccia ha avuto anche la forza di lanciare una volata pazzesca, che Rea è stato bravissimo ad arginare ma che comunque dà la dimensione della straordinaria qualità del runner ultracinquantenne...

L'intervista che riporto di seguito mi ha letteralmente rapito e spero possa essere di interesse e di stimolo a chiunque si cimenti nella corsa (anche over-40) o anche ai runners più esperti che sicuramente conoscono il personaggio, ma magari non hanno mai letto quest'articolo.

La sola cosa che mi fa sentire più simile a Moccia è la sua permanenza di vari anni all'estero :-)

Buona lettura.
Leo
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Intervista ad Andrea Moccia… semplicemente un campione

Rubriche - Interviste
Moccia_Andrea_2_fotoAndrea Moccia, il 7 marzo, alla maratona di Piacenza, si è laureato Campione italiano master della categoria M50. Con un tempo finale di 2.33.06 è  arrivato settimo assoluto. Corre per i Bancari Romani, a Roma è un punto di riferimento di tante gare. Una bella persona, discreta e sempre disponibile. Lo abbiamo incontrato, dopo l’ufficio, al biscotto di Caracalla, il luogo dove, con il suo coach Luciano Duchi, ha costruito questo successo nazionale.
Ciao Andrea, vorrei iniziare dalle tue prime parole al telefono con Luciano. Alziamo l’asticella coach? Cosa hai provato a Piacenza?Una grandissima soddisfazione, la conferma della bontà del lavoro svolto, pienezza, appagamento però, se fossi partito un po’ più veloce, se la temperatura fosse stata più alta, qualcosa di meglio si sarebbe potuto ottenere e di nuovo la voglia di alzare l’asticella e riprovare
Vedremo Andrea al Mondiale?Al momento non ho niente in piano, ma non mi sento di escluderlo.
Amici in comune mi hanno detto della tua bella famiglia e dei tuoi figli, anche io sono padre di due bambini e so cosa c'è dietro alla necessità di dover far girare tutto a puntino, lavoro, famiglia, scuola, impegni... Tu come fai?
Servono senz’altro impegno ed organizzazione, ma Riccardo, Paolo e Tommaso sono molto bravi e autonomi, e ancora più brava è mia moglie Francesca che ci sopporta tutti.
Non è facile far capire il sacrificio e la costanza ai giovani, tu come racconti ai tuoi ragazzi della tua corsa?
Parlarne troppo rischierebbe di condizionarli o di creare crisi di rigetto. Penso che l’esempio sia la cosa più importante.
Ti seguono nelle tue imprese?
I due più grandi giocano a calcio e nei weekend siamo di solito impegnati su diversi fronti. Qualche volta mi riesce di portarli con me, quando ci sono corse per ragazzi della loro età.

Quando hai capito nella tua carriera atletica che era il momento di spingere sul pedale?

Non c’è stato un momento preciso. Ho iniziato nel 2003 e i risultati sono andati via via migliorando. Dopo circa un anno ho chiesto consiglio a Luciano Duchi per cercare di organizzare un po’ meglio i miei allenamenti.

Chi è stato a farti capire il tuo potenziale?
Sapevo che il potenziale era buono perché da ragazzo avevo ottenuto qualche discreto risultato come marciatore, ma le corse su strada erano un terreno poco familiare. E’ stato Luciano ad intuire le qualità e ad indirizzarmi gradatamente verso la distanza cara a Filippide.
Che rapporto hai con Luciano?
Un rapporto di stima, amicizia e piena fiducia. Purtroppo ho la possibilità di vederlo soltanto in occasione della gare del campionato sociale, ma riesce ugualmente ad indicarmi la preparazione da seguire, le gare su cui puntare, i momenti in cui lavorare più intensamente e, soprattutto, quelli in cui è necessario recuperare.
Sei uno che si affida completamente alle tabelle del coach o fai anche da solo?
Pur essendo per natura abbastanza diffidente, ho visto che finora è sempre stato il coach ad avere ragione e, di conseguenza, mi affido completamente alle sue tabelle. E’ importante tuttavia sottolineare che i programmi di allenamento vengono sempre discussi e condivisi e che a volte sono io a prepararli e a sottoporli all’approvazione del coach.
Cosa ti stimola di più durante una gara?
Per me che, per motivi di orario, sono costretto ad allenarmi da solo, lo stimolo principale è costituito dallo stare in mezzo agli altri e potermi confrontare non soltanto con il cronometro.
Hai mai avuto il rammarico della frase "se avessi iniziato prima"?
In realtà ho iniziato a praticare l’atletica a nove anni e ho smesso a quindici, quando gli impegni agonistici cominciavano ad essere pressanti e difficilmente conciliabili con lo studio. Poi il lavoro e i molti anni trascorsi all’estero mi hanno tenuto lontano dall’attività agonistica, lasciando comunque intatta la passione per questo sport. Sono state scelte consapevoli grazie alle quali ho ottenuto buoni risultati, sebbene diversi da quelli agonistici. Nessun rammarico.
La maturità di un uomo di 50 anni quanto serve a chiudere una maratona in 2.33?

Soprattutto a conoscere i propri limiti ed a non sopravvalutare l’importanza dei risultati ottenuti.

Com’è la competizione per il campionato sociale dei bancari romani, con Leoncini e Oronzini?
Averli come compagni di squadra è per me una grande fortuna. La competizione è uno stimolo sempre valido e la loro lealtà ed amicizia sono incredibili. Solo per fare un esempio, in occasione della maratona di Piacenza, Claudio si è preso la briga di informarmi su tutti i concorrenti iscritti che avrebbero potuto impensierirmi.
Domenica 28 febbraio alla Roma-Ostia ti ho visto arrivare con Claudio Leoncini, eravate i pacers dell'1.24, da fuori ho visto due ragazzini che giocavano a correre: ti diverti ancora con la corsa?
E’ una domanda che credo ogni runner, superato “il tempo delle mele”, abbia sentito rivolgersi molte volte. Di solito rispondo che poiché nessuno mi paga per farlo e non credo di aver bisogno di dimagrire
Il tuo allenatore parla di te in questi termini: 
Atleta dalle doti innate, ma è frutto anche, se non principalmente, della sua serietà, delle levatacce alle 5 fatte per cinque dei sette giorni della settimana, della perseveranza e della fiducia nei lavori e nei programmi. Raccontami una settimana di lavori...Svolgo una seduta al giorno di circa due ore, alle 5.30 del mattino (il sabato e la domenica un po’ più tardi), per un totale di 150/200 km settimanali. Di norma una o due sedute sono costituite da lavori specifici di ripetute o medi/veloci e le rimanenti da lunghi intervallati da variazioni libere o allunghi. Curo molto, soprattutto lontano dalle gare, i lavori di potenziamento in salita. Nei periodi di preparazione alla maratona riduco ripetute e salite, privilegiando medi (a circa 4'/km) e medi/veloci a ritmo maratona.
Quando hai corso la tua prima maratona e che ricordi hai?
E’ stata la Maratona di Roma del 2003. Avevo iniziato ad allenarmi con un po’ di impegno da qualche mese, con la presunzione di scendere facilmente sotto le 3h. Sono incappato in un “muro” memorabile verso il 35° km e ho chiuso sopra le 3.15. Forse, se avessi centrato il risultato al primo colpo, non avrei deciso di proseguire.
Il 21 marzo mi hai detto che sarai sotto il Colosseo ma per la stracittadina e la farai con i tuoi ragazzi: cosa è per te la maratona di Roma?
E’ sicuramente la maratona con il percorso più bello e suggestivo che esista. Se soltanto ci fosse una maggiore partecipazione del pubblico non avrebbe rivali in nessun’altra città del mondo.

Grazie Andrea, per il risultato di Piacenza e la semplicità con cui racconti delle tue imprese. Sei la prova che forza e ragione possono far diventare uno di noi un campione, anche a  50 anni. E’ tempo di salutarci, il coach è lì, impaziente che aspetta Andrea per la seduta di  lavori serali. La stretta di mano tra noi due è sincera, ci rivedremo in strada, sgambando nel pregara, leggendo il tuo nome in cima alla classifica a fine corsa.
Ultimo aggiornamento (Giovedì 18 Marzo 2010 13:01)

4 comments:

  1. Al 90% Moccia è del 59.
    Ovviamente un fenomeno assoluto

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  2. Moccia : se e' del 59 almeno per un anno non ce lo avro' davanti negli MM55...!!!
    E' un' animale....
    Il mio piede e' li' a protestare ogni volta che forzo...
    Roma-Ostia in 1°.40...!!
    Domani a Cerveteri sono di scena, beh diciamo come comparsa, con il tuo coach, che invece sara' protagonista...

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  3. @Marco: il piede prima o poi smetterà di protestare e ti permetterà di tornare in pefetta forma! Il coach fa pre-tattica per domani

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