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Friday 27 January 2012

Bromley 10 K - 15 gennaio 2012


Rientrato in terra inglese, dopo le quasi tre settimane di fantastiche ed iper attive vacanze natalizie, che mi hanno fatto prendere 2 kg (nonostante abbia corso 11 volte), la prima cosa che faccio è controllare sul sito www.runnersworld.co.uk il calendario gare nella mia regione di domicilio, il Surrey, detta la Toscana d’Inghilterra per i suoi bei paesaggi naturalistici. Scopro con sommo rammarico che nel fine settimana 14-15 gennaio sono previste solo pazze corse campestri, massacranti 20 miglia nel fango e prove del genere che qui vanno molto di moda...Allargo il raggio della ricerca e scopro una gara di 10 km a Bromley, nel Kent.

Mercoledì 11 gennaio vado a correre con il mio gruppo Horsell Running Club e propongo a Ben, chiamato da me Peter Crouch per via di un’imbarazzante somiglianza con il noto calciatore inglese, di farmi compagnia domenica gennaio alla gara da me scovata. Il temutissimo ragazzino, venticinquenne alto 1m95 per sì e no 70 kg (vedi foto) che con le sue lunghe leve è solito dare la pista a tutti in allenamento, accetta e propone di andare con la sua macchina, una sgangherata Renault Clio, che mi annuncia avere la batteria semiscarica (partiamo male).

La domenica mattina, dopo la solita colazione con pane tostato, marmellata di arance amare, lauto caffè e latte, alle 8.55 sono davanti casa di Ben, che si palesa solamente dopo 20 minuti, mezzo addormentato, con una maglia giallo fluorescente tecnica da corsa, dei pantaloni lunghi da trekking marroni, un paio di scarpe da corsa infangate in mano (ma una busta, no??) ed un cappello a scoppoletta di cui ancora non capisco il senso. Mi dice di non essere ancora pronto e mi invita ad entrare a casa, visto anche che fuori il termometro segna -2 gradi! Una volta salito e varcata la soglia del suo appartamento, mi domando come possa un podista vivere in quelle condizioni: 3 bottiglie di vino mezze vuote sul tavolino della sala, moquette infangata, resti di cibo accatastati ovunque, due barattoli di mayonese lasciati mezzi aperti fuori dal frigo dalla sera prima... Primo pensiero: ”A Peter Crouch, con quel fisico potresti correre i 10000  in 30’00’’, quando ti decidi a migliorare la qualità di quello che mangi e di come vivi?”. Secondo pensiero: “Un talento sprecato”.

Per farla breve, io nervosissimo guardo l’orologio e lui, lento come un bradipo anziano, chiama il coinquilino per un tentativo di “jump start” dell’auto: tutto invano, 9h20 e siamo ancora lì, la gara comincia alle 11. Rompo gli indugi e corro a casa a prendere la mia cara, indistruttibile, vecchia Panda rossa che, una volta al cospetto di Ben e del coinquilino, provoca la solita battuta del tipo “an Italian driving a Fiat, of course”. Ma vaff...a te e alla tua Renault Clio fighetta mangia rane che ti lascia a piedi e puzza di aglio francese!

Si parte di casa alle 9h40 e, dopo non poco, scopro che il posto è a 50 miglia da casa (=85 km): una tragedia, non ce la faremo mai. Peter Crouch mi parla della sua vita e dei suoi tempi sui 10.000 (millanta un 38’), mentre io impreco in silenzio alla guida della mia Panda, ostentando ottimismo ma nascondendo amarezza crescente.

Giungiamo nella cittadina di Bromley alle 10h50, ci perdiamo, per sbaglio entriamo in un parcheggio, finché alla fine, non so come, compare il parco presso cui si correrà la gara e, alle 10.58 parcheggiamo a 400 metri di distanza dall’arco di partenza. Di corsa e con le borse in mano (io, visto che Ben aveva solo le scarpe), dopo un’ora di guida, arriviamo al gazebo delle iscrizioni alle 11.03 e scopriamo che ci sono altri ritardatari come noi e che la gara (forse) parte con qualche minuto di ritardo. Il tempo di pagare e di ritirare il numero, pipì (al bagno), cambio rapidissimo-fantozziano e lasciamo la borsa ad una signora dalla faccia affidabile che se ne sta appollaiata sulla tribuna della pista di atletica. Alla partenza 300 anime...

La gara inizia per noi al volo, senza riscaldamento, senza stretching, con una temperatura intorno ai 2 gradi ed un bel sole. Primi due giri e mezzo sulla pista di atletica e a seguire quattro giri da 2 km all’interno del parco, su erba resa pesante dalle piogge dei giorni scorsi e con 4 o 5 curve a U per ogni giro segnate dai temutissimi birilli a terra (simili a quelle posti sul rettilineo finale del tracciato della Roma-Ostia di qualche anno fa).

La gara va, si alza una leggera brezza, primo chilometro a 3’46, devo rallentare se non voglio scoppiare a metà gara o stirarmi!Mi assesto sul ritmo di poco sopra ai 4’00/km e al decimo km il Garmin dice esattamente 40’00! La storia racconta poi di un ulteriore tratto sulla pista di atletica prima di giungere al traguardo in 40’41’, dopo 10210 metri di gara.

Per come si è svolta la gara, per le premesse, per lo stress pre-partenza, per la mancanza di qualsiasi riscaldamento, mi ritengo soddisfattissimo, anche perché lo spocchioso Peter Crouch, che al quinto chilometro mi dava oltre 25 secondi di distacco, alla fine si fa quasi recuperare e chiude con soli 2 secondi di vantaggio: ti prenderò, maledetto ragazzino!!!

Pacco gara deludente: nessuna medaglia né t-shirt come invece era annunciato, ma una semplice sacca Virgin con una mela (sic!) ed un polsino, oltre ad adesivi e fastidioso materiale pubblicitario... I vari blog sulla gara mi avevano ammonito circa la scarsa affidabilità di questo organizzatore. Non che sia importante, ma penso sia scorretto non tenere fede a quanto pubblicizzato. Il costo è stato di 10 sterline, quindi qualcosa di più si poteva anche concedere.

Molto spazioso, semi deserto, pratico e pulito lo spogliatoio all’interno dello stadio di atletica. Belle le tribune, semi gremite di parenti, amici, mamme e nonne ad incitare corridori di ogni livello per una mattinata di sole inglese. Recupero la borsa dalla signora, che, tutta sorridente, si complimenta per la gara e per il buon tempo (ma mica mi avrà cronometrato?Sarà forse una spia della Lazio Runners??).

Ottima la risposta delle nuove scarpe, le Mizuno Wave Rider 14: temevo per un fastidio al malleolo che mi avevano provocato il giorno precedente, durante alcune passeggiate di collaudo, ma in gara  nessun problema!

Peter Crouch, quando mi stavo avviando alla macchina, mi chiede di attendere perché prima desidererebbe fare una cosa: mi sorprendo e tocco con mano un abisso cultural-sportivo quando lo osservo dirigersi verso la zona del traguardo solamente per stringere la mano e complimentarsi con il vincitore, un ragazzetto di sì e no 20 anni che ha chiuso in 33’ e poco più. Bello spettacolo di sportività e di civiltà, nonostante quella scoppola improbabile, tornata funestamente sulla testa, ed il pensiero di quei barattoli di mayonese lasciati aperti e fuori dal frigo da chissà quanti giorni!

Alla fine chiedo ad uno spettatore di immortalare me e Peter Crouch in una foto ricordo con, in bella mostra, la canottiera della Lazio Runners i cui colori spero di avere onorato in questo sperduto parco del Kent, in una gelida giornata di inverno inglese.

W la corsa, God save the Queen!



Sunday 22 January 2012

Gran Premio Podistico Vallelunga - 8 gennaio 2012





Ultima gara in suolo italiano prima della partenza per l'Inghilterra.
Come sempre, la colazione inizia con 3 fette biscottate e marmellata, insieme ad un ricco caffè triplo, tanto per svegliarmi.
Arrivo a casa del coach-fratello verso le 8.50 e alle 9.00 recuperiamo un altro podista della Lazio Runners che ci aspetta sotto casa. 
Ascoltati in auto i racconti dell'amico del coach sulla terribile gara di Campagnano (5 km in salita e 5 in discesa), ad un certo punto avvistiamo un bar ed entriamo: io subito al bagno per espletare le solite incombenze pre-gara, i due a bere caffè!
Giornata fredda (2 o 3 °C) ma soleggiata. La gara si svolge totalmente all'interno dell'autodromo di Vallelunga, la partenza viene data da una Lamborghini safety car, il gazebus magnus della Lazio Runners è una presenza rassicurante, così come gli spogliatoi ed i bagni. Dalle tribune i familiari possono seguire la partenza, nei box sono ospitati gli sponsor, in uno addirittura a fine corsa un prete dice messa.Non c'è che dire, questo è un luogo ideale per organizzare una gara podistica.
3,2,1 si parte, ancora una volta il coach corre con me, visto il recupero dall'infortunio al polpaccio che ancora non ha terminato. Ritmo alto, dopo poche curve e dopo i soliti furbi che tagliano i cordoli per guardagnare forse 2 decimi di secondo, il gruppo si allunga ed io cerco di seguire i consigli del coach, che mi invita a fissarmi sempre nella testa un obiettivo/podista da seguire per tutta la gara e di cercare riparo dal vento dietro a qualcuno.
Il circuito è costituito da due giri di pista completi per un totale di 8.2 km, completati da un’aggiunta di 1.8 km per coprire la distanza dei 10 km, che poi alla fine saranno 10.1. Tracciato non  totalmente uniforme ed a circa tre quarti di pista si soffre su un tratto di 600-700 metri in leggera salita.
Il finale è per me storico, con un allungo negli ultimi 150 metri oltre ogni mia capacità respiratoria, convinto che il traguardo fosse 100 metri prima...Nel delirio della fatica, faccio appena in tempo a sentire il coach incitarmi a continuare fino in fondo e a tenere fino al traguardo.
La cronaca e TDS raccontano di uno storico (per me) 39'55 sui 10.1 km totali...anche se il gps dice 39'47!Per me si tratta di essere sceso sotto una soglia fino a una settimana prima impensabile. Tornare al gazebus, stavolta, è ancora più bello...
Ultima gara, grande gioia, il coach sembra visibilmente soddisfatto per il mio risultato ed io nella valigia per l'Inghilterra porto una voglia pazzesca di fare degli allenamenti specifici per potermi migliorare ancora e, perché no, in primavera correre una bella mezza maratona ad un buon tempo.
Si torna a casa soddisfatti, fuori c'è un bel sole, a me sembra di avere vinto le Olimpiadi, le mie piccole Olimpiadi...
Forse solo queste gare domenicali di corsa danno simili soddisfazioni.


P.S.= Grazie coach, senza il tuo incitamento sarei andato largamente oltre la barriera dei 40 e, forse, anche dei 41'! Anche se tu hai chiacchierato allegramente per tutta la gara e non hai avuto mai un minimo di fiatone, per me sei stato una locomotiva!



Split
Time
Distance
Avg Pace
Summary39:47.010.103:57
13:55.31.003:55
23:59.81.004:00
33:52.61.003:53
44:10.31.004:10
53:54.71.003:55
63:58.71.003:59
73:50.51.003:51
84:11.81.004:12
93:54.81.003:55
103:39.71.003:40
11:18.90.103:05


Wednesday 18 January 2012

Corri per la Befana - 6 gennaio 2012

Anno nuovo, gara nuova!

Questa volta lo scenario è quello del quartiere Appio-Latino e la mia preparazione spirituale all'evento  inizia due giorni prima con un massaggio presso Corrado, un fisioterapista eccezionale, oltre che Ironman pazzesco, che trova la parte sinistra del mio corpo "incriccata" e piena di contratture...
La sera precedente la gara pernotto a casa del fratello podista-coach Luca.
La notte dormo male e sono agitato, al mattino me la prendo con grande calma, convinto che la gara sarebbe iniziata mezzora dopo l'orario effettivo.
Alla fine, grazie alla abile guida del fratello coach, arriviamo sul posto e facciamo giusto in tempo a cambiarci presso il fantastico gazebus magnus della Lazio Runners e a fare 5 minuti di corsetta presso la mini-pineta vicino alla partenza.
VIA! Primo km lentissimo (4'25) causa affollamento in partenza: questo già fa venire meno le speranze di migliorare  il tempo della We Run Rome e toglie parte delle motivazioni e della carica pre-gara.
Seguito a vista dal fratello coach (anzi, a dire il vero ero io che cercavo di stargli dietro, mentre chiacchierava allegramente e senza faticare con inermi e spossati podisti come me), riesco a tenere un buon ritmo ed una discreta progressione, purtroppo rallentata dalle strettoie del tratto finale del percorso, quello all'interno del Parco degli Acquedotti.
Nel finale si alza un fastidioso vento e mi manca clamorosamente lo sprint degli ultimi 200 metri, quando mi vedo superare da un razzo di podista che non avevo notato e faccio a malapena in tempo a sentire le vane parole del coach, che mi esorta a sparare le ultime cartucce...Peraltro, vedendo i tempi, mi accorgo che l'ultimo km è sotto i 4', quindi non c'è stato quel tracollo che invece sentivo durante la gara.
Alla fine tempo ben oltre le aspettative: 9.94 km in 40'44, ad un onorevole 4'07 di media.

Di seguito lo split chilometrico:

Split
Time
Distance
Avg Pace
Summary40:44.09.944:07
14:25.21.004:25
24:13.11.004:13
34:06.41.004:06
44:06.11.004:06
53:55.31.003:55
63:54.01.003:54
74:03.61.004:04
84:14.51.004:15
94:06.21.004:06
103:39.80.943:

Tuesday 17 January 2012

We Run Rome - 31 dicembre 2011

Casualità vuole che la mia prima gara del 2011 in terra italiana si svolga proprio l'ultimo giorno dell'anno.

Si tratta anche della mia prima gara con la nuova squadra dei Lazio Runners, che mi accoglie con caloroso affetto davanti alla Bocca della Verità per la consegna del pettorale e per gli sfottò di rito (io pure non sono esattamente una volpe a presentarmi con la felpa del Milan!!). Scopro peraltro dell'esistenza di laziorunners interisti e, udite udite, romanisti ed i miei sensi di colpa si dissolvono rapidamente.

Grande assente il fratello coach podista che, durante la Best Woman di qualche settimana prima, ha deciso di infortunarsi al solito polpaccio infame e di trascorrere il Capodanno sugli appennini abruzzesi, pur manifestando la sua impazienza nel chiedermi via sms aggiornamenti sull'evento.

Partenza della gara dal fantastico scenario del Circo Massimo.
Vedo attorno a me migliaia di persone che fanno riscaldamento, in cielo neanche una nuvola, temperatura non fredda, mi chiedo se sia un sogno, abituato al grigiore inglese tipico.

Saluto la mia amica Marina ed il papà (che per hobby organizza una interessante gara podistica a Pomezia ogni anno) e via mla partenza a spron battuto. Fantastico correre senza auto, senza rumore, senza traffico, passando accanto al Teatro Marcello, sparando tutte le cartucce sul rettilineo di via del Corso, arrampicandosi al Pincio, passando per via Veneto, via Barberini, Quirinale e via all'arrivo. Certo, la salitona del Pincio si paga, ma noto meno rispetto alla media dei podisti, visibilmente più in affanno di me su quel tratto.

Alla fine chiudo con un 41'59 ufficiale (il mio gps dice 41'48 per 10.160 km!) arrivando al traguardo fresco come una rosa. Il coach mi avrebbe rimproverato questa eccessiva freschezza.

Per completare l'esercizio, ebbro di felicità per una fantastica giornata sportiva, decido di recarmi a Monte Verde a piedi (altri 4 km) e mi domando se la scelta di vivere in Inghilterra sia poi così giusta...Domanda che trova subito una risposta quando mi metto al volante e affronto la cruda ed incivile realtà del traffico romano.

Ecco i miei tempi di gara: da notare il lento quarto km, dovuto al salitone del Pincio, ma anche la positivissima progressione negli ultimi 3 km!


Split
Time
Distance
Avg Pace
Summary41:48.010.164:07
14:16.11.004:16
24:05.91.004:06
34:08.11.004:08
44:35.81.004:36
54:14.71.004:15
64:05.31.004:05
74:09.01.004:09
83:59.41.003:59
93:57.41.003:57
103:45.41.003:45
11:30.60.16