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Saturday 17 August 2013

Con voi fino a Firenze!!

Cambio della guardia: dopo 3 mesi esatti di onorato servizio e 800 km insieme, oggi ho rottamato le Mizuno Wave Rider 16 (colore bianco) in favore delle...Mizuno Wave Rider 16 (stavolta di colore giallo e mezzo numero più piccole: UK 10.5)!

Il primo allenamento con le nuove compagne di viaggio, che avranno la pesantissima responsabilità di accompagnarmi alla maratona di Firenze, è stato completato stamattina (17 agosto) con un medio di 12 km a 3'58.

Coraggio, canarini, fatemi volare insieme a voi!

Sunday 11 August 2013

London Summer 10k - 11 agosto 2013...la condizione cresce insieme alla fiducia

Piano piano la condizione torna
La stagione (agonistica) di quest’anno 2012-2013 si chiude con una piacevole gara nel parco londinese Regent’s, splendido polmone verde cittadino di circa 400 ettari, che al suo interno ospita i Queen ‘s gardens, con le oltre 30.000 rose di 400 specie diverse, eccellenti strutture sportive (si tratta della più estesa superficie per sport outdoor nella capitale inglese), un teatro, uno zoo, 100 specie diverse di volatili con la più ampia varietà di uccelli acquatici dell’intera Inghilterra.


Teatro di gara

Posa plastica approfittando di un fugace raggio di sole
Appena entro nel parco, poco dopo le 9 del mattino, noto molti di questi animaletti e soprattutto constato con un certo disgusto la quantità dei loro bisogni per terra: un vero e proprio campo minato in una zona del parco che, per fortuna, non farà parte del tracciato di gara.
Primo bel colpo d'occhio, appena arrivato a Regent's Park

Ecco gli animaletti

Quando il sonno arrivo, ci si mette su una zampa, no?


La registrazione ed il ritiro del chip avvengono con una certa rapidità, la temperatura è ottima (17-18 gradi), il cielo nuvoloso ed il vento intorno ai 15-20 km orari. Questo Paese non avrà il sole e la luce dell’Italia, ma per correre d’estate è l’ideale...

La trama della gara di oggi è semplice: ripetere tre volte un circuito all’interno di questo bel parco, su un tracciato descritto dall’organizzazione come “sostanzialmente pianeggiante” (avverbio molto sospetto).
Dopo il consueto riscaldamento ed i soliti allunghi, vedo con piacere che prima della gara “dei grandi”, un manipolo di gnappetti partecipa ad una mini-run di un chilometro, con centinaia di persone a fare il tifo, applaudirli, incitarli e sostenerli, per la gioia di genitori commossi e di bambini che si avvicinano al mondo dello sport nel modo migliore: divertendosi e con una spensierata, primordiale e appena abbozzata vena agonistica.


La tuta ci sta tut(t)a!
La corsa degli “adulti” inizia con qualche minuto di ritardo rispetto alle previste ore 10.30: subito constato 7-8 atleti che partono a razzo davanti a me e che lascio andare senza preoccuparmi. Il coach, dal continente nero (paraponziponzipo’), mi aveva suggerito di partire a 3’45 al km, salvo poi tentare una accelerazione progressiva nella seconda metà di gara.

Strategia assolutamente sensata, se non fosse che, per esempio,  i primi 200 metri sono in leggera discesa, seguiti da altrettanta salita, in un percorso che si rivelerà non perfettamente pianeggiante e, a causa delle 12 curve a “u” totali, di certo non il più filante della mia carriera podistica. Insomma, mettere il "cruise control" a un ritmo pre-stabilito ”a tavolino”, quest'oggi, non si adatterebbe alla natura nervosa ed irregolare del tracciato.


Ventosa zona partenza/arrivo
Il primo chilometro, comunque, sarà anche il più veloce (3’34), seguito da una stabilizzazione del ritmo al secondo (3’44) e da un certo nervosismo nel terzo (3’41) e nel quarto (3’39). Riesco a trovare una certa regolarità, anche se con un calo della velocità, fra il quinto ed il nono (3’47, 3’44, 3’44, 3’43, 3’47), salvo poi chiudere il decimo in buona progressione (3’39) e i 150 metri in più (rispetto ai 10 km di gara teorici) in 28 secondi.

Resta il rammarico, si fa per dire, di avere fatto gara di inseguimento su un atleta che, una volta raggiunto e superato al settimo chilometro, sembrava scoppiato salvo poi rinascere al nono chilometro, riaffiancarmi e sconfiggermi prendendo il largo negli ultimi 800 metri. Al traguardo, molto sportivamente, mi verrà a salutare e a stringere la mano, ma temo che abbia fatto il paraculo, prendendo la mia scia. Lo "perdono" perché nella corsa chi arriva prima ha sempre ragione e perché il coach avrebbe fatto la stessa cosa.

Media chilometrica finale di 3’42/km. Si tratta di un discreto e non trascurabile miglioramento della condizione rispetto alle uscite degli ultimi 2-3 mesi, che avevano fatto registrare una vistosa flessione del mio stato di forma.

Il fastidio al fianco destro si è leggermente manifestato intorno al sesto chilometro, ma la prudenza ed il non forzare il ritmo mi hanno permesso di neutralizzarlo immediatamente. Anche questa è una buona lezione da imparare per capire il fisico ed i segnali che invia.

A livello di classifica, per quanto conta, giungo quinto assoluto su 370 anime arrivate al traguardo: anche questo fa piacere.
Classifica provvisoria affissa in tempo record

Il coach, seppur lontano, mi ha già mandato il programma di preparazione da qui alla mezza di Oslo, prevista fra sei settimane: parecchi chilometri da macinare, durissimi allenamenti anche durante le vacanze ed una bella mezzamaratona, da correre come allenamento “allegro” e già entusiasticamente inserita in calendario ad inizio settembre nel fantastico scenario della riviera ligure. Non vedo l'ora di partire!!

Ci sarà da faticare, ma siamo qui per questo e sempre pronti alla sfida e a rilanciare...

Viva i podisti dei parchi londinesi e viva la Regina!

Monday 5 August 2013

Bushy Parkrun 5k - 3 agosto 2013...per il coach lontano!!

Interessante questa gara all’interno del Bushy Park, splendido e gigantesco polmone verde alle porte di Londra, popolato da daini e podisti ad ogni ora del giorno e teatro di numerosi eventi sportivi nel corso dell’anno.

Daini mattinieri che guardano attoniti i podisti

Decido, dietro consiglio di alcuni road runners del Woking AC - con cui spesso scambio due chiacchiere durante le sessioni di allenamento in pista - di vedere come funziona questo famoso circuito “ParkRun”.

Scopro con grande sorpresa che una gigantesca macchina organizzativa di volontari rende possibile ogni singolo sabato dell’anno, da decenni ormai ed in giro per il mondo, corse sulla distanza di cinque chilometri per le quali non occorre pagare nulla ma alle quali basta iscriversi, registrarsi una volta nella vita, salvo poi stampare a casa il codice a barre e presentarsi allo start di uno dei 208 parchi inglesi e non (Irlanda, Scozia, Galles, USA, Australia, Nuova Zelanda, Sud Africa, Polonia, Danimarca, Svezia, addirittura Afghanistan).
 
Su un eccellente sito internet sono riportati, per ogni gara, descrizione del tracciato, detentori del record, classifiche di ogni sfida, tempi passati e PB di ogni singolo atleta, numero di corse cui si è preso parte e tutta una serie di altre notizie che soddisfano i podisti più curiosi (come il sottoscritto).

Pre-gara, con autoscatto

Io opto per Bushy Park, tracciato pianeggiante che conosco bene e che da casa mia dista una mezzora scarsa di auto. Lo stesso parco è stato scenario del record cronometrico “all time” di tutte le corse del circuito Park Run svoltesi nel mondo, con uno straordinario tempo di 13’48’’ fatto registrare dall’atleta olimpionico inglese Andrew Baddeley  l’11 agosto 2012.
Nello stesso parco, modestamente, ricordo l’allenamento più importante che abbia mai svolto, quello che mi ha dato la certezza per la prima volta di poter correre una mezzamaratona sotto ai 4’/km di media: era il 23 settembre 2012 ed io mi cimentavo con straordinario successo in un 3x5000 mt con recupero a fondo lento di 1000 mt. Un totale di 18 km corsi alla media esatta di 4’ al km, sotto una pioggia torrenziale dal primo all’ultimo dei 72 minuti di allenamento. Non ricordo di essere mai stato più soddisfatto di un allenamento come quella volta. Allora nel parco c’ero solamente io causa nubifragio, oggi lo scenario è completamente cambiato.
 
Il bel tracciato di gara sul parco
 
Tornando alla cronaca, molto più modestamente, si trattava di dare ascolto alle richieste del coach, che da settimane mi incitava a lavorare sulla velocità e, quindi, sulle distanze brevi (3000 mt o 5000 mt), quelle che non a caso soffro maggiormente e per le quali sono meno allenato (e, aggiungerei, forse anche meno portato!).

Faccia dura nel pre-partenza!!
Il clima piacevole (16 gradi quando esco di casa la mattina della gara) e la curiosità di cimentarmi sui 5 km mi fanno accettare la sveglia alle 6 del mattino con serenità e senza troppe lamentele. Alle 7.45 sono già a Bushy Park, che mi accoglie con un colpo d’occhio fantastico: bei colori in un parco popolato già da numerosi podisti, daini, scoiattoli, gruppi di persone di ogni età che fanno esercizi all’aria aperta sotto il comando di alcuni coach muscolosi, vestiti in mimetica, che imparticoscono ordini neanche fossero in un cortile di una caserma...tutto mi sembra ben organizzato, parcheggio la macchina e mi concedo 4.5 km di corsetta di riscaldamento con i consueti allunghi.

Quando torno sul luogo dello start, noto dietro a me centinaia di persone, diligentemente allineate e silenziose, chiamate all'appello in numero tanto elevato dal clima favorevole e mite di questa giornata di inizio agosto.

La partenza viene data alle 9 in punto ed il primo chilometro - per la verità non affollato come temuto grazie all’ampiezza del viale - si percorre su un rettilineo dal fondo erboso (3’33). Davanti a me noto subito una ragazza sfrecciare velocissima: non la riprenderò mai e anzi mi darà 1 minuto esatto a fine gara. Scoprirò poi essere una semi-professionista, ma il mio orgoglio ne uscirà ridimensionato, per non dire distrutto (SCHERZOOOOO!!!).

Dopo il rettilineo su erba, si svolta a destra ed iniziano quattro chilometri di selciato-sterrato, su percorso certamente pianeggiante ma non ideale per il giusto "grip" della suola a terra (insomma, si pattina). Peraltro, a titolo meramente anedottico, corro con le Mizuno Rider 16 ai piedi, scarpe ottime per un allenamento ma assolutamente non da gara né tantomeno da gara veloce di questo tipo. Per me è un faticoso allenamento, ma non ho mire cronometriche particolari, altrimenti avrei scelto una corsa su strada o, come va vaticinando il coach da mesi, addirittura su pista!
 
Il secondo chilometro si chiude con un buon 3’35 e le condizioni sembrano essere più che accettabili. Iniziano alcune curve, si sente maggiormente il vento, intorno ai 20-25 km/h, fastidiosamente contrario fra il terzo ed il quarto km. Supero un’altra ragazza (under 19) ed un ragazzino che non può avere più di 15 anni e che vanta un 16’40 sulla distanza!!! Chiudo il terzo con una flessione che avrei dovuto evitare (3’40), ma in lontananza vedo la zona arrivo, purtroppo preceduta da una deviazione sull’erba con stupida inversione a “U” finale. Quarto km a 3’38 e quinto con un incoraggiante 3’33.

Tempo finale sui 5000 mt (5030 mt al mio gps): 18’06, corretto poi dall’organizzazione in 18’08. Media di 3’36/km, ancora lontano anni luce dalla prestazione di novembre a Battersea Park (17’24), ma ho terminato la prova in buona condizione, senza eccessivo affanno e, soprattutto, mi rendo ben conto che si trattava di gara su terreno morbido, lento e sterrato. Alla fine mi ritengo soddisfatto di un ventincinquesimo posto su 820 atleti giunti al traguardo.

Per la discreta soddisfazione, dopo la gara mi concedo 6.6 km a 4’38, giusto per tornare a casa pienamente appagato sia per la quantità che per la qualità del lavoro svolto in questo mite sabato estivo sotto il cielo d’Inghilterra.
 
Cosa aggiungere? Spero sia un passaggio significativo verso la rinascita dopo gli ultimi mesi non proprio esaltanti dal punto di vista agonistico. Le sensazioni sembrano decisamente migliori rispetto al calo della seconda metà di gara ad Elmbridge (vedere post precedente) e, considerata la distanza breve a me non congeniale, posso essere ottimista e augurarmi che l’autunno porti con se’ una ritrovata condizione di forma, anche se difficilmente paragonabile allo straordinario periodo di gloria di novembre/dicembre/gennaio scorsi.
 
Adesso siamo arrivati ad agosto e gli obiettivi importantissimi di quest’anno non sono più così lontani: mezzamaratona a Oslo il 21 settembre e maratona di Firenze il 24 novembre. Due eventi fondamentali per la mia evoluzione di aspirante brontorunner.

Bisogna essere ambiziosi ed osare, altrimenti ci si ferma. A Oslo, pertanto, vorrei migliorare il mio miglior tempo sulla mezza (1h19'44) e la mia prima maratona vorrei fosse preparata al meglio con l'ambizione di chiuderla in 2h59'59''. So bene che si tratta dell'esordio e che bisogna essere estremamente cauti per evitare di trasformare simile esperienza in un trauma o, peggio ancora, nella mia ultima gara per molti mesi (causa infortunio grave, come purtroppo spesso accade sulla distanza dei 42 km). 

Fin da oggi mi ripeto il mantra per il quale non ha senso arrivare al traguardo della mia prima maratona a tutti i costi, camminando, trascinandomi da moribondo, da zombie (come dice il sommo Roberto Albanesi nei suoi sacri testi).

Prima di allora, comunque, ho in calendario una 10 km a Regent’s Park (Londra)  l’11 agosto, una mezza idea di correre una mezzamaratona (rigorosamente come allenamento) a Bushy Park a fine agosto, una mezzamaratona intorno al lago di Vico (VT) a inizio settembre e, se il coach lo ritiene opportuno e se la Lazio Runners Team chiama, una gara a staffetta 12x1h allo Stadio delle Terme di Caracalla, ovviamente a Roma, a metà settembre.
 
Tanta carne al fuoco, tanta voglia di non fermarmi!
In conclusione, non posso che chiudere questo post con un immenso in bocca al lupo al coach per la sua nuova, impegnativa e per certi versi dura sfida professionale e personale che lo vedrà impegnato (e lontanissimo) per un po’ di tempo.
 
Anche se non legge questo blog da molti mesi, per ovvie ragioni lavorative e per mancanza di tempo, spero che gli arrivi tutto il mio tifo più convinto e sincero. D’altronde lui è il coach, quindi non ha certo bisogno dei miei consigli e sa sempre quale decisione prendere.

Viva il coach, viva i podisti dei parchi e viva i daini di Sua Maestà!