Bel municipio baciato dal sole |
Dopo i bagordi
pasquali e lo scoppiettante inizio di 2014 (due PB fatti registrare nella mezzamaratona e nella dieci miglia), ho scelto una domenica di metà
maggio per cimentarmi nuovamente in una
gara sulla distanza dei 10 km.
Come spesso dice
il coach, sui 10 km ancora soffro troppo il che, tradotto in termini più
semplici, significa che vado troppo piano rispetto alle potenzialità espresse
su distanze più lunghe. Lui dice che dovrei attestarmi sui 35’ alti, mentre ormai da
sedici mesi non riesco a schiodarmi da un tempo oscillante fra i 36’20 ed i 36’50.
Io di fatto ho una netta prevalenza per le gare di resistenza e mi sento un “maratoneta-tapascione-macinachilometri”,
piuttosto che uno sprinter!
Per tentare di
avvicinarmi alle ottimistiche previsioni del coach, quindi, ho scelto una bella
gara in suolo inglese, la Staines 10k, piuttosto popolare (circa 720 iscritti),
dal tracciato pianeggiante e veloce, con partenza e arrivo ad una ventina di chilometri
da casa mia.
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Mappa di gara |
Staines - cittadina
di 18.000 anime a 30 km dal centro di Londra, adagiata sulle sponde del Tamigi,
a 10 km da Heathrow - per un secolo è stata uno dei
maggiori produttori di linoleum al mondo (pensa un po’...) e tuttora detiene il
triste record di teatro del peggiore incidente aereo della storia britannica, tolto
Lockerbie, che è stato tecnicamente un
attentato: nel giugno 1972, infatti, un volo British Airways diretto a Bruxelles si schiantò poco dopo il
decollo proprio su Staines, uccidendo 118 persone fra passeggeri e membri
dell’equipaggio.
Tornando a
questioni più allegre, giungo alla Staines 10k dopo una
settimana piuttosto impegnativa, con un picco di stress dovuto ad una
conferenza cui ho dovuto partecipare a Madeira in veste di speaker, poche ore
dormite e allenamenti in qualche modo complicati proprio dalla trasferta sull’isola
atlantica, dove comunque sono riuscito a correre 4 volte in 5 giorni e
addirittura ad accedere ad una splendida pista di atletica con vista panoramica
sull’Oceano Atlantico per un test sui 5000!
Pista di atletica a Madeira |
Conosco piste e luoghi peggiori |
Scorcio sull'Oceano Atlantico dalla pista di Madeira, qualche giorno prima della gara |
La gara:
Giungo a Staines
alle 7.45 di una domenica mattina soleggiata e assai calda per gli standard inglesi:
il meteo prevede 20-22 gradi e vento da sud in aumento fino a 20-25 km/h.
Ultimi 20 metri di gara |
Lascio l’auto
all’interno del parcheggio del Leisure Centre, attrezzato anche di piscina da
25 mt per chi volesse approfittarne nel post gara, e vedo subito una folta
schiera di volontari della macchina organizzativa. La palestra è
adibita a quartier generale per il ritiro pettorali, deposito borse, vendita di
materiale sportivo ed immancabili dolcetti vari.
Ingresso al Leisure Centre |
Zona ritiro chip e pettorali |
La zona
partenza/arrivo è collocata a due passi dal bel municipio e dal
tribunale, in una zona molto verde e, soprattutto, apparentemente pianeggiante.
Ritiro il chip,
inizio a riscaldarmi, il vento fatica ancora a rinfrescare l’aria e,
incrociando vari podisti del Woking AC, la mia seconda squadra di appartenenza
dopo la Lazio Runners, ci si lamenta del
clima caldo e delle possibili difficoltà che questo potrebbe comportare. Uno dei
dirigenti del Woking AC, tale Tom, simpaticissimo e gagliardo M85 oggi in aiuto
all’organizzazione per il ritiro chip a fine gara, mi invita affettuosamente a
non lamentarmi troppo, visto che il clima inglese fa notoriamente pena e che
sono italiano, quindi per natura DEVO essere abituato al sole!
Al centro, il glorioso M85 Tom, presenza costante sulla pista del Woking AC |
Riscaldamento
breve, appena due chilometri inclusi allunghi. Malgrado le oltre 550 persone
che si presenteranno alla partenza (su 717 iscritti totali), riesco a
collocarmi nelle primissime file senza dover minimamente sgomitare e grazie al
semplice senso civico del tapascione medio inglese.
Alle 9 in punto
lo start viene dato con una trombetta da stadio da un paffuto rappresentante
del Municipio: si parte!
Cerco di seguire
il consiglio del coach e di attestarmi su un ritmo di 3’35/km, cosa che mi
riesce senza problemi al primo chilometro (3’33). Dopo 7-8 minuti di gara
davanti a me vedo solamente quello che sarà poi il vincitore finale
(in 34’57) ed un mio compagno di squadra del Woking AC, Michael, il quale
notoriamente parte a razzo e crolla sempre nella seconda metà delle
gare.
Lascio scappare i
due e mi accodo ad un manipolo di 3-4 altri atleti, che dettano il passo ed in
qualche modo contengono ogni mia tentazione di allungare. Al termine del
secondo chilometro (3’41), non si a per quale ragione, sento un “battito a
vuoto” del cuore che assomiglia a tachicardia ma che passa presto e non mi
impedisce di superare questo gruppetto di podisti e di proseguire il terzo (3’39)
ed il quarto (3’38) ad un ritmo regolare, malgrado il vento contrario da sud
che inizia a farsi sentire. Da qui inizia una gara in totale solitudine. Qui
finisce ogni mia velleità di PB.
Al quinto (3’41),
ancora controvento, salto come sempre il rifornimento e vedo avvicinarsi i
talloni di Michael, che crolla inesorabilmente nel giro di poche centinaia di
metri.
Lo supero e affronto la seconda parte di gara
in sostanziale controllo, salutando e ringraziando gran parte delle persone
che, disseminate lungo il percorso, incitano noi atleti. Non perdo neanche l’occasione
di scambiare il cinque con vari bambini, felicissimi e visibilmente divertiti
nel trovare qualche podista che se li fili una volta tanto.
Ho la gola secca
e sento il caldo della giornata odierna, ma le gambe girano con discreta
facilità e quasi in automatico. Tendo al risparmio energetico ma non tiro certo i
remi in barca.
Sesto e settimo molto
regolari (3’40 entrambi), sono secondo assoluto e mancano tre chilometri alla
fine. Decido di fare corsa di sostanziale contenimento, guardandomi alle
spalle. Mi rilasso un po’ e all’ottavo (3’43) mi metto a scherzare con un
fotografo. So da parecchi minuti che non mi è possibile oggi puntare
ad un under 36’: non sono in grande forma e
soprattutto non riesco a trovare particolari motivazioni per tenere un ritmo
forsennato dal primo all’ultimo chilometro. Forse, semplicemente, le gare da
10k non sono il mio forte e devo farmene una ragione.
Negli ultimi due
chilometri, un po’ per orgoglio ed un po’ perché non intendo rischiare il
piazzamento, allungo il passo e chiudo rispettivamente in 3’32 e 3’26.
Tempo finale per i 10.07
km al mio GPS: 36’25 (media di 3’37/km). Secondo assoluto su 556 arrivati. Mi
ritengo soddisfatto per il piazzamento, ma concordo al 101% con il coach quando
dice che sui 10 km devo ancora lavorare moltissimo.
La giornata di gloria si
chiude con una bella cerimonia di premiazione presieduta da un buffo e anziano
rappresentante del governo locale: per me £45 di voucher da spendere in un
negozio sportivo specializzato (buttali via!); per la squadra femminile del
Woking AC prima piazza e bella coppa, per la maschile seconda posizione e,
nella classifica indivuale, per Michael terzo posto assoluto a circa 45 secondi
dal sottoscritto.
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Premiazione per il secondo classificato |
Concludo la giornata di
sport con una ricca nuotata defaticante presso la piscina in zona finish e
porto a casa un’altra piacevole conferma di quanto sia bello correre, scambiare
impressioni con sconosciuti di ogni età incontrati lungo la strada, muoversi ed
essere attivi la domenica mattina!
Gara che il prossimo anno
vorrei decisamente rifare, visti il tracciato veloce e l’ottima organizzazione.
Viva i podisti inglesi,
viva il Woking AC!