Rientrato in
terra inglese, dopo le quasi tre settimane di fantastiche ed iper attive
vacanze natalizie, che mi hanno fatto prendere 2 kg (nonostante abbia
corso 11 volte), la prima cosa che faccio è controllare sul sito www.runnersworld.co.uk il calendario
gare nella mia regione di domicilio, il Surrey, detta la Toscana d’Inghilterra
per i suoi bei paesaggi naturalistici. Scopro con sommo rammarico che nel fine
settimana 14-15 gennaio sono previste solo pazze corse campestri, massacranti
20 miglia nel fango e prove del genere che qui vanno molto di moda...Allargo il
raggio della ricerca e scopro una gara di 10 km a Bromley, nel Kent.
Mercoledì 11
gennaio vado a correre con il mio gruppo Horsell Running Club e propongo a Ben,
chiamato da me Peter Crouch per via di un’imbarazzante somiglianza con il noto calciatore
inglese, di farmi compagnia domenica
gennaio alla gara da me scovata. Il temutissimo ragazzino, venticinquenne alto 1m95
per sì e no 70 kg (vedi foto) che con le sue lunghe leve è solito dare la
pista a tutti in allenamento, accetta e propone di andare con la sua macchina,
una sgangherata Renault Clio, che mi annuncia avere la batteria semiscarica (partiamo
male).
La domenica
mattina, dopo la solita colazione con pane tostato, marmellata di arance amare,
lauto caffè e latte, alle 8.55 sono davanti casa di Ben, che si palesa
solamente dopo 20 minuti, mezzo addormentato, con una maglia giallo
fluorescente tecnica da corsa, dei pantaloni lunghi da trekking marroni, un
paio di scarpe da corsa infangate in mano (ma una busta, no??) ed un cappello a
scoppoletta di cui ancora non capisco il senso. Mi dice di non essere ancora pronto
e mi invita ad entrare a casa, visto anche che fuori il termometro segna -2
gradi! Una volta salito e varcata la soglia del suo appartamento, mi domando come possa un
podista vivere in quelle condizioni: 3 bottiglie di vino mezze vuote sul
tavolino della sala, moquette infangata, resti di cibo accatastati ovunque, due
barattoli di mayonese lasciati mezzi aperti fuori dal frigo dalla sera prima... Primo
pensiero: ”A Peter Crouch, con quel fisico potresti correre i 10000 in 30’00’’, quando ti decidi a migliorare la
qualità di quello che mangi e di come vivi?”. Secondo pensiero: “Un talento
sprecato”.
Per farla breve,
io nervosissimo guardo l’orologio e lui, lento come un bradipo anziano, chiama
il coinquilino per un tentativo di “jump start” dell’auto: tutto invano, 9h20 e
siamo ancora lì, la gara comincia alle 11. Rompo gli indugi e corro a casa a
prendere la mia cara, indistruttibile, vecchia Panda rossa che, una volta al
cospetto di Ben e del coinquilino, provoca la solita battuta del tipo “an
Italian driving a Fiat, of course”. Ma vaff...a te e alla tua Renault Clio
fighetta mangia rane che ti lascia a piedi e puzza di aglio francese!
Si parte di casa alle
9h40 e, dopo non poco, scopro che il posto è a 50 miglia da casa (=85 km): una
tragedia, non ce la faremo mai. Peter Crouch mi parla della sua vita e dei suoi
tempi sui 10.000 (millanta un 38’), mentre io impreco in silenzio alla guida
della mia Panda, ostentando ottimismo ma nascondendo amarezza crescente.
Giungiamo
nella cittadina di Bromley alle 10h50, ci perdiamo, per sbaglio entriamo in un
parcheggio, finché alla fine, non so come, compare il parco presso cui si
correrà la gara e, alle 10.58 parcheggiamo a 400 metri di distanza dall’arco di
partenza. Di corsa e con le borse in mano (io, visto che Ben aveva solo le
scarpe), dopo un’ora di guida, arriviamo al gazebo delle iscrizioni alle 11.03
e scopriamo che ci sono altri ritardatari come noi e che la gara (forse) parte
con qualche minuto di ritardo. Il tempo di pagare e di ritirare il numero, pipì (al bagno), cambio rapidissimo-fantozziano e lasciamo la borsa ad una signora dalla faccia affidabile che se ne sta appollaiata sulla tribuna della pista di atletica. Alla partenza 300 anime...
La gara inizia
per noi al volo, senza riscaldamento, senza stretching, con una temperatura
intorno ai 2 gradi ed un bel sole. Primi due giri e mezzo sulla pista di
atletica e a seguire quattro giri da 2 km all’interno del parco, su erba resa
pesante dalle piogge dei giorni scorsi e con 4 o 5 curve a U per ogni giro segnate
dai temutissimi birilli a terra (simili a quelle posti sul rettilineo finale del
tracciato della Roma-Ostia di qualche anno fa).
La gara va, si
alza una leggera brezza, primo chilometro a 3’46, devo rallentare se non voglio
scoppiare a metà gara o stirarmi!Mi assesto sul ritmo di poco sopra ai 4’00/km
e al decimo km il Garmin dice esattamente 40’00! La storia racconta poi di un
ulteriore tratto sulla pista di atletica prima di giungere al traguardo in 40’41’,
dopo 10210 metri di gara.
Per come si è
svolta la gara, per le premesse, per lo stress pre-partenza, per la mancanza di
qualsiasi riscaldamento, mi ritengo soddisfattissimo, anche perché lo
spocchioso Peter Crouch, che al quinto chilometro mi dava oltre 25 secondi di
distacco, alla fine si fa quasi recuperare e chiude con soli 2 secondi di
vantaggio: ti prenderò, maledetto ragazzino!!!
Pacco gara deludente:
nessuna medaglia né t-shirt come invece era annunciato, ma una semplice sacca Virgin con
una mela (sic!) ed un polsino, oltre ad adesivi e fastidioso materiale
pubblicitario... I vari blog sulla gara mi avevano ammonito circa la scarsa affidabilità
di questo organizzatore. Non che sia importante, ma penso sia scorretto non
tenere fede a quanto pubblicizzato. Il costo è stato di 10 sterline, quindi
qualcosa di più si poteva anche concedere.
Molto spazioso,
semi deserto, pratico e pulito lo spogliatoio all’interno dello stadio di
atletica. Belle le tribune, semi gremite di parenti, amici, mamme e nonne ad
incitare corridori di ogni livello per una mattinata di sole inglese. Recupero
la borsa dalla signora, che, tutta sorridente, si complimenta per la gara e per
il buon tempo (ma mica mi avrà cronometrato?Sarà forse una spia della Lazio
Runners??).
Ottima la
risposta delle nuove scarpe, le Mizuno Wave Rider 14: temevo per un fastidio al
malleolo che mi avevano provocato il giorno precedente, durante alcune
passeggiate di collaudo, ma in gara nessun problema!
Peter Crouch,
quando mi stavo avviando alla macchina, mi chiede di attendere perché prima desidererebbe fare una cosa: mi sorprendo e tocco con mano un abisso cultural-sportivo
quando lo osservo dirigersi verso la zona del traguardo solamente per stringere
la mano e complimentarsi con il vincitore, un ragazzetto di sì e no 20 anni che
ha chiuso in 33’ e poco più. Bello spettacolo di sportività e di civiltà,
nonostante quella scoppola improbabile, tornata funestamente sulla testa, ed il
pensiero di quei barattoli di mayonese lasciati aperti e fuori dal frigo da
chissà quanti giorni!
Alla fine chiedo
ad uno spettatore di immortalare me e Peter Crouch in una foto ricordo con, in
bella mostra, la canottiera della Lazio Runners i cui colori spero di avere
onorato in questo sperduto parco del Kent, in una gelida giornata di inverno
inglese.
W la corsa, God save the Queen!
Questo post mi e' piaciuto + di tutti, complimenti!!! Della gara sapevo gia' tutto ovviamente.......
ReplyDelete@Gert dal Pozzo: grazie, troppo buono, ma perché questo nick?
ReplyDelete@Gert dal Pozzo: ecco perché mi diceva qualcosa, il gran bel romanzo Q, che mi hai consigliato tempo fa e che ho molto apprezzato!
ReplyDeleteseti puo consolare i 32 kg presi in 7 gg a natale li hopersi in un mese. ma lla fine chissenefrega.
ReplyDelete@Nino: non gli dare retta....è secco come un chiodo!!!! 32kg????? e che ti eri mangiato :) spero fossero 3.2kg!!!
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