Come spesso è capitato
nel corso degli anni, con il fratello-coach ogni idea -vacanza o sfida
podistica che sia- si trasforma in realtà nel giro di pochissimi minuti da
quando viene proposta.
Per non derogare
a tale linea, anche questa gara in terra inglese è nata per puro caso ed è
stata concordata, approvata, organizzata e pianificata nello spazio di cinque
minuti, quelli che sono serviti al coach, appunto, per cercare e acquistare un
volo Roma-Londra-Roma qualche settimana fa.
Le aspettative
che hanno preceduto l’evento erano piuttosto elevate: dopo un inverno di mirati
e regolari allenamenti - nonostante il gelo inglese, un costante fastidio al
nervo sciatico e qualche dolore al tendine di Achille – si rendeva necessario
capitalizzare tanta fatica, così come appariva incalzante la sfida di abbassare
l’asticella del mio PB sui 10000 metri.
In vista del
tentativo di record personale sulla mezza maratona di Orbetello, prevista per
il 6 maggio e vera e propria conclusione della mia preparazione di questi primi
mesi del 2012, qualche settimana fa ho scovato sul sito Runnersworld.co.uk una
gara di 10000 metri piatta in terra inglese.
Incuriosito dal
percorso, un rettangolo di 5 km da ripetere 2 volte, scopro che si tratta della
“location” che ospiterà le gare di canottaggio olimpico quest’estate e che,
soprattutto, la partenza avviene presso il circolo canottieri della gloriosa
scuola di Eton, all’interno del parco di Windsir, luogo che ha formato capi di
Stato e di Governo, principi, re e nobili di tutto il mondo.
La gara, che si
preannuncia adatta per chi cerca un buon tempo, si chiama “All Nations 10 km”
ed è collegata a due altre manifestazioni, che si svolgono sulle stesso percorso
ma a pochi minuti di distanza: un triathlon ed una corsa di 5 km. Caratteristica
simpatica e comune alle tre manifestazioni è l’invito agli atleti ad indossare
una maglia (o qualsiasi altro indumento a proprio piacimento) con i colori
della bandiera della propria Nazione di appartenenza.
Anche se lo start
della corsa è previsto per le ore 9.20 di sabato 21 aprile, per me e per il
fratello coach la gara è di fatto iniziata settimane prima con, nell’ordine:
1.
Studio
dettagliato del circuito di gara, con consultazione di foto satellitari e di
blog su manifestazioni podistiche tenutesi sullo stesso percorso;
2.
Scambio
di corrispondenza con gli organizzatori per conoscere i dettagli del fondo di
gara al fine di evitare spiacevoli sorprese (fango, sterrato, tracciato
campestre e altre cose che tanto piacciono agli inglesi);
3.
Consultazione
dettagliata della lista degli iscritti, che da queste parti pubblicano e
aggiornano a partire da un paio di settimane prima della gara. Va detto che
abbiamo subito scovato un italiano e ne abbiamo ricostruito biografia, terra di
origine (un padano), storia podistica e tempi sui 10k (PB intorno ai 35’!). Un
osso duro, che purtroppo arriverà davanti al coach, anche se di un solo minuto.
4.
Trasmissione
dettagliata al coach di 8 (dico otto!) bollettini meteo nei quattro giorni
precendenti la corsa (uno al mattino ed uno a metà pomeriggio), con indicazione
dell’umidità, della temperatura attesa, della direzione e, soprattutto,
dell’intensità del vento, della presenza o meno delle tanto temute raffiche
(gusts) vera e propria croce dei podisti in suolo inglese.
La sera precedente
la gara le sensazioni non sono eccellenti: il coach atterra di venerdì sera a
Gatwick e giunge “apud me” visibilmente stanco dal viaggio e, non lo ammetterà
mai, dall’accumulo di allenamenti negli ultimi mesi. Il cielo è carico di
nuvoloni minacciosi, ma il glorioso MetOffice britannico preannuncia sole per l’indomani
e vento da ovest di 8 miglia orarie: considerata la disposizione del circuito
di gara (nord ovest-sud est), dovrebbe essere vento prevalentemente
trasversale. La cena pre-corsa avviene in un buon eating pub locale, con un
doppio filetto di spigola con spinaci e patate, preceduto da un “glorioso”
intingolo di olio extra vergine di oliva con fondo di aceto balsamico, nel
quale abbiamo riccamente inzuppato del gustoso pane. Il coach beve una pinta di
birra, io rigorosamente acqua liscia (il PB inizia anche da qui!!).
Alle 22 il coach
già dorme alla grande, io invece fatico a prendere sonno: mi giro nel letto,
guardo la tv, torturo l’Iphone, ho caldo, ho freddo, guardo l’ora, prendo
sonno, mi sveglio, mi riaddormento, mi risveglio, sono nervoso e agitato. Alla
fine, dopo forse 6 ore dormite, la sveglia suona inesorabilmente alle 6.20 e
inizia la grande attesa e la grande emozione che caratterizza l’avvicinarsi di
ogni gara, per quanto amatoriale ed assolutamente ludico sia lo spirito con cui
la si affronta. Ci si emoziona, si pensa a come affrontarla, si ha un bel
percorso piatto da affrontare, si ricorda il PB di 39’45 di Vallelunga e si ha
la voglia di non deludere il coach.
Alle 8.20 arriviamo
sul campo di gara, il sole splende meravigliosamente, la temperatura è di 5
gradi, il coach gela dal freddo, io dimostro una preoccupante resistenza al
clima rigido e mi godo lo spettacolo della “vasca” di canottaggio, lunga oltre
2 km, da cui partirà tutto di lì a un’ora.
Il pettorale si
ritira dopo pochi secondi di fila, il tempo di visitare la veranda-bar del
circolo canottieri di Eton, aperto per l’occasione anche agli esseri umani
normali, ed ecco che inizia il riscaldamento. Avvistiamo subito lo spocchioso
connazionale, che ci sente parlare italiano ma ci ignora goffamente, facendo
chiaramente vedere che ci ha notati. Forse è un leghista e non può sopportare
persone che corrono con i pantaloncini della Lazio Runners Team...la maglia di
entrambi, poi, ha scritto in caratteri giganteschi “Italia” sulle spalle...lo
stronzetto padano ventinovenne neanche indossa una traccia di tricolore: oltre
ad essere spocchioso, deve appartenere alla peggiore categoria degli immigrati
rinnegati e dimostra la sua pochezza nel non adattarsi allo spirito conviviale
della corsa.
Il coach dopo la gara |
Bando alle ciance, tre, due, uno, si parteeeeeeeeeeee! Leggera e stupida curva in salita allo start (non una grande idea), vedo il coach che si assessta nel gruppetto di testa, mentre io parto da metà gruppo perdendo i canonici 5 secondi di differenza fra chip e real time finale! Poco male. I primi 2 km sono di rettinileo lungo la “vasca”, il vento appare leggermente a favore, la superficie dell’acqua è piuttosto increspata ed il gruppo di sfilaccia a tal punto che, dopo neanche 3 km, la distanza fra me ed il corridore più vicino che mi precede è di almeno 100 metri...In lontananza vedo il coach attestarsi saldamente in quinta posizione, lasciando il vuoto dietro a se’ per quasi tutta la gara e non avendo nessuno a portata davanti da puntare. Penso fra me e me: “che coraggio e che rottura deve essere per lui correre una gara in totale solitudine!”
Primo km in 3’48,
come sempre troppo sostenuto per me, ma l’adrenalina della gara porta sempre a
compiere questo “errore”, secondo km a 3’58, poi una serie di curve ed
inversione di rotta lungo la sponda opposta del campo di canottaggio, diciamo
l’altro lato lungo del rettangolo. Da qui inizia un fastidioso vento contrario
che non aspettavamo e non neutralizzabile, visto che davanti a me non ci sono
podisti a portata di scia! Vento contrario e 3 fastidiosi strappetti-ponti che
fanno perdere ritmo: chiudo il terzo km in 4’01 e decido di stabilizzare il
ritmo, chiudendo il quarto,il quinto ed il sesto a 3’58. A quel punto la corsa
si fa sulla semplice velocità di crociera, senza forzare ma senza neanche
perdere secondi preziosi. All’ottavo km scopro che il rientro verso il
rettilineo del traguardo segue una traiettoria diversa, preceduta da due curve
a U assolutamente insensate: lo chiuderò in 4’02. Nelle curve perdo tantissimo
tempo, è uno dei miei tanti difetti nella corsa, un po’ come avviene in discesa
nello sci di fondo...
Nel frattempo,
quasi senza accorgermente, raggiungo un diretto avversario, che non mi degna di
uno sguardo e, al 9° km, lancia una progressione che sostengo per 400 metri,
salvo poi arrendermi e concedermi il solito “momento del buffone” con saluto e
sorriso al fotografo ufficiale di gara, appollaiato a 500 metri dall’arrivo!!!Chiudo
il decimo km in 3’43, termino la gara senza particolare fatica e stanchezza, il
real time dice 39’21’’: per me si tratta
di un PB assoluto, con un miglioramento di quasi 30’ rispetto a Vallelunga ed una onorevola media di 3'56 al km! Alla fine mi piazzo dodicesimo assoluto, mentre il coach, con il suo 37'19'', guadagna la quinta posizione onorando i colori italiani!!
Split
|
Time
|
Distance
|
Avg Pace
|
---|---|---|---|
1 | 1.00 | 3:48 | |
2 | 1.00 | 3:58 | |
3 | 1.00 | 4:01 | |
4 | 1.00 | 3:58 | |
5 | 1.00 | 3:58 | |
6 | 1.00 | 3:58 | |
7 | 1.00 | 3:57 | |
8 | 1.00 | 4:02 | |
9 | 1.00 | 4:00 | |
10 | 1.00 | 3:43 |
Ottimo risultato, non sono sceso sotto i 39’, come il coach prevedeva, ma le attenuanti sono numerose e sono state confermate anche dal vincitore della corsa a fine gara, soprannominato Seb Coe, in un breve colloquio proprio con il coach: correre in solitaria e senza un gruppetto di riferimento è largamente più faticoso, il vento si è rivelato più insidioso del previsto e, infine, il circuito al GPS del coach risultava 50 metri più lungo dei 10000! Come dire...valevo 38’59!!Il coach eguaglia il suo PB con un brillante 37’19 (se non sbaglio) e, soprattutto, arriva al traguardo fresco e riposato. Continua a ripetermi di voler e dover perdere almeno 3 kg per poter migliorare sensibilmente le sue prestazioni podistiche: io penso invece che sia in una forma straordinaria e che ha solo muscoli in corpo...
Gli ultimi del gruppo del triathlon: anche se non sembrano atleti, per me sono degli eroi |
Una giornata
speciale, conclusasi con una visita entusiasmante al villaggio della maratona
di Londra (che si correva il giorno successivo) e con una accesissima partita
di Premier League vista allo stadio, a pochissimi metri dai giocatori, in un
clima di civiltà agonistica che solamente il calcio inglese riesce ad offrire.
Il coach allo stadio prima dell'accesissimo derby londinese QPRs vs Tottenham |
Penso al livello
del campionato di calcio italiano, quest’anno giocato veramente al ribasso e
con una squadra operaia e mediocre come la Juve che vincerà a mani basse solo per motivi fisici, la stessa
Juve che in un Paese come l’Inghilterra sarebbe stata allontanata per sempre dal
calcio che conta dopo lo scandalo calciopoli. Senza essere troppo disfattisti, constato con disappunto che da noi si permette il
lusso di presentarsi come il “nuovo” che avanza, come "la favola", come il "bene" che vince...In un delirio di qualunquismo, aggiungerei che siamo il paradiso dei riciclati,
dei grandi furbi, delle amnistie, del pietismo più deleterio, del tanto
rumore per nulla (tarallucci e vino, as usual), il Paese del non rispetto di molte regole civiche o giuridiche...In Francia ci chiamano "les italiens" come maggiore forma di insulto sarcastico: non amo i francesi, affatto, ma penso che abbiamo qualche buona ragione per utilizzare simile appellativo.
Non siamo disonesti, non siamo ladri, non siamo furbetti, non siamo individualisti, non siamo evasori, non siamo impuniti...siamo "les italiens"...
Digressione
polemica a parte, giornata speciale, fine settimana speciale e coach
speciale!!!
La prossima gara sarà
la mezza maratona di Bracknell domenica 29 aprile. L’organizzazione mi ha già
inviato per posta il pettorale, il chip e il libretto di presentazione (con
tanto di elenco dei 1300 iscritti)!Dovrò correrla in totale scioltezza, molto
lentamente, come puro allenamento e senza superare i 4’30/km di media: sono le disposizioni del coach,
visto che dopo 7 giorni ho la mezza di Orbetello, che rappresenta la gara
dell’anno per me, il culmine di 4 mesi di allenamenti solitari nella fredda e
piovosa landa britannica!La gara per la quale dovro' sputare sangue, come direbbe un allenatore piuttosto arrogante di una squadra di calcio piuttosto mediocre.
Viva la corsa
pulita!
Sul vento abbiamo avuto 2 percezioni diverse...a me sembrava contrario durante il primo "leg" e favorevole al ritorno, sta di fatto che era, comunque, troppo per correre in solitudine! Non raccolgo la provocazione calcistica che verrà invece molto apprezzata dai noti BT interisti (RB e Marco B.)!!! Grande il tuo PB ma come sai il coach per te medita traguardi ambiziosi....quindi soddisfatto ma senza entusiasmi calcistici di talune squadre mediocri.
ReplyDeleteCerto, il vento era contrario al primo rettilineo...devo essermi sbagliato nel racconto, ma poco cambia!
ReplyDeleteChe hai il coach sbagliato l'abbiamo già detto ...per il resto tutto OK...il tuo progresso continua e continuerà inesorabile fino al giorno che gli sarai davanti.
ReplyDeleteCaro Gian Carlo,
ReplyDeleteal momento posso sconfiggere il coach solamente in una gara di lancio di coriandoli o, tutt'al piu', sui 2000 mt a nuoto!!
Complimenti per il debutto sul lago di Vico: mi domando quale fosse la temperatura delle acque del triathlon qui in Inghilterra lo scorso fine settimana...di certo ben al di sotto dei 15...i pazzi inglesi, comunquem hanno gareggiato come se nulla fosse!
@RB: visto la tua eterna giovinezza se seguo il tuo esempio posso provare a stargli davanti ancora un po'.....anche se, e rimanga tra noi 2, sulla distanza della maratona se iniziamo ad allenarci adesso dopo 16 settimane lui mi arriva davanti mentre fino ai 10km ancora deve mangiare la polvere. La distanza del primo incontro sarà la mezza....
ReplyDelete@Gert: non se ne parla. Io non ti raggiungero' mai!!!!Anche volendo, se mi allenassi sul serio, mi infortunerei dopo il primo sostanziale aumento del chilometraggio settimanale!
ReplyDeleteInnanzi tutto complimenti per il PB.
ReplyDeleteHai senza dubbio ancora margini di miglioramento.
La penso pure io, sulla distanza, come il fratello-coach : e' la morfologia del tuo fisico che e' piu' alla portata della 42 rispetto a noi.
Invece sul campionato hai ragione da vendere : altri tempi quando una squadra di fenomeni, poco anni fa inanello' un filotto memorabile....!!!