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Tuesday, 4 December 2012

10.000 novembrino - 25 novembre 2012 In pista si decolla!!


La corsa su pista chiamata “10.000 Novembrino”, giunta quest’anno alla quinta edizione, ha avuto come scenario il tempio del podismo amatoriale romano: la pista di atletica leggera “Paolo Rosi”.

Chi si nasconderà dietro quella medaglia?

Tale luogo, nei racconti che il coach da mesi mi fa e che tanto mi appassionano, racchiude una fauna di podisti di ogni specie, dai tapascioni incalliti, ai pensionati che non saltano un giorno, dagli atleti semi-professionisti alle giovani speranze. Ciò che mi affascina, quando ne sento parlare, è il clima quasi familiare che ivi si respira, vero e proprio foro romano dei corridori, che si ritrovano per un allenamento in compagnia, per fare due chiacchiere, per sfuggire al traffico ed alla vita sedentaria di città. Immagino il Paolo Rosi come un luogo mitico in cui i coach (come mio fratello) e gli aspiranti runner (come me) si ritrovano democraticamente a trascorrere qualche minuto di svago e di sano sport.

Io, il mitico Trabucco (classe 1948, re dei master) ed il coach. Di spalle, sulla sinistra, il forte Massimo, detto caschetto!

Se abitassi a Roma, frequenterei quel posto ogni singolo giorno e conoscerei tutti i nomi (ed i relativi PB) delle centinaia di aficionados che lo affollano. Come invidio chi può farci un salto regolarmente e vivere la corsa come evento sociale e aggregante, oltre che come fatica.

Premesse a parte, l’ipotesi dei 10 km in pista era stata avanzata dal coach qualche settimana prima in ottica e come “prova allenante” a due settimane dalla importantissima Best Woman di Fiumicino, prova su strada molto veloce che lo stesso coach intende correre alla morte e come “missione agonistica” per riprendersi quanto l’infortunio al polpaccio gli aveva tolto lo scorso anno proprio in quella manifestazione.

Da parte mia, questo 10.000 in pista giungeva a una settimana esatta dalla gara “10 km du 9ème”, corsa alla media di 3’44/km in una piovosissima Parigi, su un tracciato piuttosto ondulato e a conclusione di un week-end da turista nella capitale francese.

Ogni volta che torno in Italia, si sa, le emozioni e la gioia sono incontenibili: malgrado la sveglia alle 4.15 del mattino del sabato pre-gara, lascio Heathrow con la nebbia e la temperatura intorno allo zero per atterrare a Fiumicino con 15 gradi, vento assente ed un sole che mi hanno subito spinto ad indossare le semi nuove Ghost 4 per concedermi una mezzoretta a 4’17, conclusasi con 8 allunghi trionfali!
 
La domenica di gara il sole splende come non mai, la partenza della batteria mia, del coach e del nostro compagno di squadra Massimo (detto caschetto) è prevista intorno a mezzogiorno ma noi siamo al Paolo Rosi già alle 10.30. Ci godiamo lo spettacolo delle batterie precedenti, il coach saluta ed è salutato da tutto il gotha dei tapascioni di questo tempio podistico, si parla di strategia di gara e si concorda che Massimo tirerà i primi due km al ritmo di 3’41-3’42, io i secondi due km ed il coach i terzi. Fra il serio ed il faceto, si comincia un blando riscaldamento, con un sole che inizia a scaldare l’aria, mentre le batterie degli atleti precedenti giungono a conclusione e tutti sono felici di avere trascorso una giornata di sport e senza stress.
 
A poche centinaia di metri da lì, più precisamente a Villa Glori, una nutrita schiera di rappresentanti della Lazio Runners Team starà vincendo la coppa di squadra nella corsa Runaids, mentre a pochi chilometri di distanza la nostra punta di diamante Fabio, compagno illustre di trasferte internazionali (Amersfoort e Nottingham), si è già aggiudicato una gara nel suo quartiere di residenza (Trieste). Insomma, i segnali e le percezioni positive di certo non mancano.

A colpirmi particolarmente, rispetto alle gare inglesi, sono vari fattori: il bassissimo costo di iscrizione (3 euro), uno speaker che commenterà la corsa con precisione e con dovizia di particolari cronometrici e citazioni di PB dei vari soggetti impegnati in gara e, infine, la musica super gasante per tutta la durata della manifestazione.

La batteria del coach e del sottoscritto aspirante runner è formata da 17 atleti iscritti, tre dei quali vantano tempi mostruosi (33’-34’) mentre altri tre sembrano ben lontani dalle mie possibilità (35’-36’). Ad un primo incrocio fra le classifiche di categoria e lo storico delle precedenti edizioni, penso di poter puntare al massimo ad un terzo posto di categoria, più probabilmente quarto, mentre il coach ha solamente un atleta della sua categoria difficilmente battibile.
Per quanto mi riguarda, oggi come sempre, la gara si corre contro il cronometro e contro me stesso. Certo, alla vigilia il coach ha pronosticato un mio clamoroso 36’59, ma a me sembra fantascienza soprattutto considerando che, appena metto piede al Paolo Rosi, tutti i podisti più esperti non fanno che ripetermi che "in pista si va più piano rispetto al ritmo di un circuito pianeggiante su strada”.

Completati i riscaldamenti di rito, i giudici FIDAL ci fanno disporre sulla linea di partenza, io ed il coach siamo in seconda fila, lo start viene differito di qualche secondo a causa di un guasto alla pistola (iniziamo bene...), c’è un bel sole, molta umidità e 15-16 gradi almeno, al centro del campo di atletica i podisti delle batterie precedenti si fermano a guardare l’ultima batteria, quella degli atleti accreditati con un tempo under 38’.

Allo sparo la strategia di gara, tanto opportunamente pre-concordata fra me, il coach e Massimo, si va a fare benedire a causa della partenza a razzo di quest’ultimo, che in poche decine di secondi ci dà 20 metri di distacco, lasciando i due fratelli appaiati a fare gioco di squadra a metà gruppo, in un tandem che si rivelerà vincente.

Le gambe girano bene, cerco di applicare gli insegnamenti di un guru del podismo inglese, di cui sto leggendo un interessante libro, su come migliorare la tecnica di corsa. Sarà un caso, ma mi sembra di trovare un’ottima postura e resto francobollato alle calcagna del coach, all’interno di un gruppetto di 4-5 altri podisti. Decido di usare il manual lap del GPS al polso e constato che la prima metà di gara scivola liscia come l’olio grazie all’ottimo passo dettato dal coach (3’42, 3’41, 3’41, 3’40, 3’39).

Lo speaker, peraltro noto podista amatoriale di discreto livello, inizia a sottolineare e a commentare anche la prestazione dei “giovanissimi fratelli Massetti che fanno gioco di squadra” (sic!). Mi viene da sorridere e mi domando quanto lo avrà pagato il coach per essere citato nella categoria dei giovanissimi!!

Ai margini della pista compaiono nel frattempo figure mitiche e personaggi celestiali, su tutti il famosissimo coach Mimmo (olé), allenatore del fratello coach, che non disdegna di onorarmi di qualche consiglio sulla tecnica di corsa (per esempio mi incita nei primi km ad usare meglio la spinta con i gomiti). Al quinto chilometro avviene il miracolo del Paolo Rosi: con la coscienza sporca per non avere ancora fatto da “pace maker” e per non avere dato il cambio al coach, lo invito a farmi passare e mi allargo in seconda corsia per superarlo. Lui, da navigato tecnico podista, mi redarguisce seccamente dicendomi che non devo superarlo in quel modo ma attendere che sia lui a farmi spazio e a farmi passare in prima corsia.

Lo supero e da lì inizia un’altra gara: mi sembra di stare bene e le gambe girano che è un piacere. Il gruppetto dei 4-5 è alle spalle, il coach mi urla alle calcagna un messaggio esplosivo: ”vai avanti al tuo ritmo, stai bene e spacca tutto!”.

A quel punto, ringalluzzito dalle parole super-incoraggianti e a conferma di quanto spesso i valori obiettivi possano essere migliorati dalla psicologia e dallo stato mentale del momento, chiudo il sesto km a 3’32 e mi accodo ad uno degli atleti della mia categoria, che scoprirò poi essere uno di quelli i cui tempi di accredito sulla distanza dei 10km erano per me inavvicinabili ed impensabili alla vigilia.

Alla visione dell’arcangelo Gabriele (Mimmo coach olé) si aggiungono due tifosi d’eccezione, i grandissimi Fabio e Giampiero, i quali hanno concluso la loro gara di quartiere e sono giunti al Paolo Rosi per incitare i fratelli loro compagni squadra. Constato purtroppo che Massimo si è ritirato e sta chiacchierando con altri amici podisti al centro dello stadio.

Chiudo il settimo km a 3’35 e l’ottavo a 3’41: a detta di Fabio, a rallentare il ritmo sarebbe stato il famigerato atleta della mia stessa categoria, in vistoso calo, che ho ripreso senza superare immediatamente. In questa fase di gara, peraltro, vengo anche superato da un trio di gazelle, che altro non sono che i primi 3 assoluti, i quali hanno appena certificato con il doppiaggio di avermi distaccato di quattrocento metri.
Gli ultimi due chilometri procedono ad un ritmo regolare, in buona progressione e senza alcun dolore strano, dimentico di “lappare al nono” e chiuderò gli ultimi due parziali in 7’08 (media di 3’34).

Incredibilmente, storicamente, pazzescamente, il cronometro finale dirà 36’26’’ (ufficiali 36’28), il che significa demolizione del precedente PB sui 10 km e corsa ad una per me stratosferica ed inimmaginabile media di 3’38/km.

Quinto assoluto e primo di categoria!!!!!

Primo di categoria: il secondo non si è presentato, avrà rosicato??

Ciò che fa storia e che secondo me difficilmente si ripeterà è che per la prima volta sono arrivato al traguardo prima del coach, il quale ha pur sempre fatto registrare il suo PB (36’42) sui 10 km ed affronterà la Best Woman del 9 dicembre con ancora maggiore cattiveria e rabbia, sapendo che il fiato sul collo dell’aspirante brontorunner potrebbe un giorno tornare a farsi sentire!

Nella valigia del viaggio di ritorno in Inghilterra, oltre a un po’di extrasistole da stress/emozione per questo fine settimana, mi porto il ricordo di una mattinata di sole novembrino caldo ed accogliente, vissuto fra personaggi di ogni età, estrazione sociale, culturale e sportiva, così diversi fra di loro ma anche così incredibilmente uniti fra una battuta, uno sfottò o un appuntamento al giorno successivo per “il solito allenamento di scarico del lunedì” o semplicemente “per la solita corsetta insieme”. Dove? Ovviamente al Paolo Rosi...

Viva tutti i runners del mondo, su fango, strada o pista che sia...

3 comments:

  1. Prova SUPERBA....!!
    Hai bruciato i tempi e gli avversari, coach compreso, cosa di cui, son sicuro, lui stesso e' orgoglioso...
    COMPLIMENTI !!!!!!!

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  2. Grazie Marco, ma il coach sta gia' rilanciando e alla Best Woman punta ad abbattere il muro dei 36: non puo' piu'permettersi di arrivare dietro a me e, detto fra di noi, anche a me sembra innaturale!!

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  3. Ottimo post, devo rilevare però che ti ho redarguito non solo perchè non dovevi allargarti in seconda corsia per passare avanti ma anche perchè l'hai fatto in curva!!!!!
    Grandisssima la tua gara ma ancora non hai trovato gare in pista per te da fare in UK!!!!!

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