Molto prima della partenza, quando c'era ancora il sole |
Post tardivo dopo
una settimana lavorativamente intensa, una trasferta a Francoforte e, a
complicare il tutto, raffreddore, mal di gola e tosse.
Contrariamente alle
solite corse del sabato o della domenica, la gara di cui vorrei parlare questa
volta si è svolta nel mezzo della settimana, giovedì 16 maggio, verso ora di
cena.
Scenario
mozzafiato di questa nuova tappa podistica è il Dinton Pastures Country Park, dal
1979 area naturalistica di oltre 335 ettari che al suo interno racchiude 7 laghi,
2 fiumi, 3 postazioni di avvistamento di ogni genere di volatile acquatico, un
museo aeronautico ed un tipico campo da golf inglese.
Scorcio del lago e del triatleta in acqua |
Giungo sul luogo
di partenza con largo anticipo, malgrado oltre un’ora di imbottigliamento e di
fila nel traffico intenso che circonda la città di Reading. Noto subito un
incantevole scenario bucolico ed un triatleta che nuota nel lago, seguito dal
coach in canoa. Sulla sponda dello stesso bacino acquatico è situata la zona
partenza e arrivo della Dinton Pastures 5/10 km. Decido subito di fare come
riscaldamento la ricognizione dello stesso percorso di gara, anche perché
constato subito che si tratta di corsa off-road, con gran parte del tracciato
all’interno del bosco che circonda i laghi di questo splendido parco, quindi le
mie scarpe leggere da strada potrebbero risultare una pericolosa e
sdrucciolevosissima scelta. Per una volta, poi, vorrei evitare la cazziata del
coach per l’eccessiva brevità del mio riscaldamento.
Pontile |
Podista fotografo |
Al giorno d'oggi sono tutti fotografi! |
Il clima, udite
udite, è buono: vento trascurabile, 10 gradi, cielo parzialmente nuvoloso almeno
fino a qualche minuto prima della partenza, quando una pioggerellina bastarda
deciderà di accompagnarci per un tratto di gara.
Durante la
ricognizione mi godo la pace di questo scenario incantevole, i sentieri nei
boschi, i passaggi pittoreschi su pedane, ponticelli in legno e la quiete che
solamente i contesti lacustri sanno offrire.
Tecnicamente parlando,
il tracciato è pianeggiante ma il terreno è spesso fangoso, a tratti sconnesso,
con buche, sassi ed erba alta: un paio di scarpe da trail non avrebbero
sfigurato ma decido di correre con le leggere Adidas arancioni che mi fanno
compagnia in tutte le gare ormai, da Amersfoort in poi.
La zona arrivo si popola |
Anticipando noi
atleti della 5 km, lo start per i podisti della 10 km, che percorrono due volte
lo stesso ciruito, è dato circa 3 minuti prima che a noi. Trovo questa
decisione singolare, visto che non ci vuole un genio in matematica per capire
che i primi atleti della corta distanza si sarebbero trovati a correre tutta la
seconda metà della gara nel difficile compito di superare (e a volta
lettaralmente schivare) gli atleti della 10 km più lenti. Questo, peraltro, fra
radici a terra, sentieri stretti ed altre asperità del terreno. Capisco la
ratio della partenza sfasata, ma andrebbe fatta con criterio e lasciando
trascorrere più tempo fra una corsa e l’altra.
Rettilineo finale |
Al via della mia
gara, comunque, davanti a me partono 3 atleti a tutta birra. Sono tentato dal
farli andare ma ricordo le parole del coach che mi aveva consigliato di fare
anche qui gara sull’uomo e, se necessario, di chiudere il primo chilometro anche
a 3’30. Detto fatto! Resto in scia al terzetto che mi precede e chiudo il primo
chilometro a 3’31. Nel frattempo sento uno dei battistrada respirare con grande
affanno ed in men che non si dica lo affianco e supero, posizionandomi a un
metro dal tandem dei due leader. Secondo chilometro, colpevoli anche due
ponticelli stile Indiana Jones, leggermente più lento del previsto (3’42), ma
mi accorgo che dei due davanti uno è in difficoltà vistose e decido di
superarlo. A questo punto mi affianco al primo atleta e cominciamo una sorta di
gioco dell’elastico, allungando e restringendo il distacco reciproco a seconda
della buona sorte e di come decidiamo di superare i numerosi atleti della corsa
dei 10 km, che nel frattempo abbiamo raggiunto e che ci si presentano come
insidiose barriere spezza-ritmo. Il terzo e soprattutto il quarto chilometro, risente
di questi sorpassi improbabili, dalle traiettorie spesso innaturali, deviazioni
sull’erba alta, imbottigliamenti, etc.etc.. Li chiudo rispettivamente in 3’44
ed in 3’39.
Troppo concentrato
nel tentativo di non travolgere signore e signori di una certa età, dal terzo
chilometro non sento più il respiro dell’atleta con cui ero rimasto a
competere, il che significa che sono in testa alla gara!!
Il mio stato di
forma, come emerso anche dal post precedente, non è dei migliori da qualche
settimana ormai ma sapere di essere davanti mi dà forza e mi fa affrontare i
sentieri sterrati con rinnovata motivazione. Arrivo al traguardo in solitudine
ed in buona progressione (3’36), con lo speaker che pronuncia il mio nome come
solamente gli inglesi sanno storpiare J
Insomma, come
accaduto clamorosamente tempo fa a Dorney Lake, questo 2013 porta nella mia
bacheca un altro trofeo che permette di dire, senza peccare di immodestia, di
avere vinto più del Milan, dell’Inter e della Roma messe insieme quest’anno!!!
Il tempo finale
non è irresistibile di certo (18’24) ma va detto che si trattava di tracciato campestre,
con numerose curve e su terreno pesante e dissestato. Al mio GPS, inoltre, la
distanza totale risulterà 50 metri più lunga (11 secondi).
Piacevole la
premiazione al termine della gara dei 10 km, con una mini coppa a forma di
stella, un cappello tecnico da corsa (che qui serve sempre) ed un asciugamano
in microfibra a suggellare ufficialmente la vittoria.
Mini trofeo per il vincitore! |
Quanto al
calendario delle prossime gare, forse dovrei considerare di riposarmi un po’
visto che da dopo la mezzamaratona Pedagnalonga sento di faticare troppo anche
a ritmi non eccelsi. Detto questo, sono sicuro che troverò qualche altra corsa,
giusto per passare l’estate, vincere la noia della monotonia podistica dei soli
allenamenti e perché, in fondo, non c’è nulla di più sano e gratificante del
clima che precede e delle sensazioni di benessere che seguono una gara.
Viva i podisti
lacustri, viva la regina e viva le vittorie in terra straniera!
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