Total Pageviews

Sunday, 16 June 2013

Self Transcendence 10k – 15 giugno 2013 ...Self-control, Selfish

Sole, sole, sole...almeno al mattino

Altra gara inglese in questa fase di limbo e di transizione fra il finale di stagione 2012-2013 e l’inizio della nuova, con la mente rivolta alle prossime sfide di Oslo (settembre), della 30 km del mare (ottobre) e, soprattutto della Maratona di Firenze (novembre).

Questa volta lo scenario delle mie “gesta” è la città di Londra, più in particolare Battersea Park, vero e proprio gioiello verde strappato ad una periferia che di certo non rappresenta la zona più elegante e ricca della capitale inglese.

Il club organizzatore di questa gara prende il nome da un predicatore indiano, Sri Chinmoy, stabilitosi a Londra negli anni Sessanta. Oltre alle sue capacità meditative, Chinmoy era poeta, scrittore, compositore, cantante, musicista, decatleta ed allenatore-preparatore di maratoneti ed ultramaratoneti. Insomma, un personaggio poliedrico e carismatico, che è passato a miglior vita nel 2007.
La sua frase podisticamente più rilevante, che sottoscrivo dalla prima all’ultima parola, dà anche ispirazione al nome alla gara odierna ed è la seguente:

"Running offers us the message of transcendence. In our running, every day we are aiming at a new goal....every day we are running towards a goal, but when we reach that goal, we want to go still farther. Either we want to improve our timing or increase our distance. There is no end. Running means continual transcendence, and that is also the message of our inner life"

Per tornare alle vicende agonistiche, lo scorso novembre, all’interno del medesimo parco Battersea, avevo ottenuto il mio primo podio “della carriera”, classificandomi terzo in una gara sui 5 km con un tempo per me ancora incredibilmente veloce. Un post dedicato alla Mo Run 5k di allora può essere consultato nell’archivio di questo blog.

Rispetto ad allora, oggi la gara prende il via alle 8 del mattino, costringendo noi poveri e malcapitati podisti ad un’alzataccia traumatica. Stavolta, inoltre, la distanza di gara è di 10 km ed il senso di marcia all’interno del parco sarà anti-orario. Si prevedono 4 giri da 2.5 km ed una partenza in zona diversa rispetto al traguardo per completare la differenza di 500 metri.

Il tracciato di gara odierno

Sveglia, dicevo, traumatica alle 5 del mattino: la prima cosa che constato con piacere, dopo avere respinto impavidamente le infinite tentazioni di rimettermi a letto dopo una dura e stressante settimana lavorativa, è che a quell’ora di giugno il sole è già alto a farmi compagnia ed il mio risveglio non è avvolto dal buio che caratterizza le sveglie podistiche invernali!

Purtroppo, a differenza di quanto accaduto a novembre, oggi il clima è ventoso ma non sarà di certo questo fin troppo scontato agente atmosferico a fermarmi né a spaventarmi. Il tutto viene completato da un cielo soleggiato e a tratti nuvoloso, con un’ “estiva” temperatura di 12 gradi (diciamolo senza vergogna: 13-15 in meno che a Roma!).

Decido di andare per una volta in treno, con l’insostituibile lettore mp3 che mi accompagna lungo il viaggo, indosso con orgoglio la tuta sociale e la giacca antivento della Lazio Runners Team e ai piedi porto le scarpe da gara rigorosamente e vistosamente arancioni.

Alle 6.13 salgo puntualmente sul treno, in meno di 50’ arrivo a Battersea Park, dopo un cambio allo snodo ferroviario strategico di Clapham Junction: osservo gente stravolta che dorme in piedi, strappata al dolce sonno del mattino per lavorare, mi sento un privilgiato: per me si tratta di una sveglia di piacere, di sano perserguimento di finalità ludico-sportive. Per molte delle persone che incontro, si tratta di necessità, magari di lavori plurimi e turni notturni che stanno terminando.

Varcato il cancello dell’incantevole parco, noto subito cartelli fluorescenti che mi guidano alla zona ritiro pettorali, si vedono i primi podisti (non per la gara ma semplici eroi che si svegliano a quell’ora di sabato per una normale sessione di jogging!), un ciclista iper-accessoriato con bici Colnago fa lavori di velocità per i vialoni alberati del parco, costeggio un laghetto, incontro i soliti scoiattoli e ritiro il pacco gara. Sono uno dei primissimi ad arrivare in zona partenza.

Attenti ai podisti!



Curiosi volatili mattinieri

Il solito scoiattolo iper attivo

Il riscaldamento pre-gara è svolto con meticolosità, il coach sarebbe fiero di me, la zona partenza si affolla, noto molti atleti visibilmente forti e dalla corporatura “extra light”, il vento è in grande aumento ma sono contento di gareggiare fra podisti molto più forti di me e mi posiziono sulla linea di partenza alle 7.59!

Scorcio su uno dei viali del parco

Zona arrivo, al termine di un lungo rettilineo


3, 2, 1 si dà il via alle danze: constato con una certa sorpresa che almeno 30 atleti mi passano davanti con una partenza sprint: dai tempi delle scorse edizioni, sapevo che a questa gara il livello medio non sarebbe stato affatto male, ma non credevo di essere più lento di così tante persone.

Fatto sta che decido di restare sin dall’inizio appaiato ad un gruppetto di 3 persone, capitanato da un quarantacinquenne (poi scoprirò quarantaduenne, ma ne dimostrava anche cinquanta) magrissimo e dalla fluidità di corsa ineccepibile, seguito dal solito ragazzotto roscio lentigginoso e da un altro ragazzo basso e mingherlino che corre mulinellando i piedi ad una velocità quasi forsennata.

Io, che sono sveglio dalle 5 e temo di dovermi fermare al bagno, visto che prima della gara non ho...onorato i miei bisogni fisiologici, non ho la minima intenzione quest’oggi di forzare e scopro i benefici tanto decantati dal coach della gara egoistica (selfish) da parassita, da ladro di scie, senza forzare né cedere alle tentazioni di strafare (self-control).

Sarà il mio mantra odierno e si rivelerà una scelta giusta per una pigra corsa piacevolissima.
Primo chilometro di buon passo chiuso a 3’41, null’altro devo fare se non accordarmi al trenino dei tre davanti (se fossero stati quattro, dovrei parlare di quattrino?Madonna che battuta sconcia!).

Il circuito è senza dubbio piacevole, veloce e pianeggiante, anche se ripetere per quattro volte le stesse curve sulla sinistra fa perdere tempo e l’abbrivio al termine di ogni rettilineo.

Secondo e terzo chilometro chiusi seguendo rigorosamente il ritmo del “nostromo” sottopeso, che ha peraltro di parecchio rallentato (3’46, 3’44). Dalla poca, pochissima fatica mi rendo conto degli effetti benefici del gareggiare con un gruppetto che fa il passo per te e che, nei tratti maggiormente esposti, ti ripara dal vento. Sono un parassita, lo so, ma è così piacevole!

Il ritmo è appena sopra alla sufficienza ma regolarissimo nei successivi chilometri quarto, quinto e sesto (3’43, 3’44, 3’44). Chiudo metà gara in un modesto 18’48, ma quest’oggi mi sembra un ottimo ritmo e non me ne curo.
Dal settimo chilometro (3’41) “capitan-sottopeso” inizia a tirare un po’, ma dal suo respiro a tratti affannoso capisco che si sta inesorabilmente avvicinando alla soglia del massimo sforzo, gli resto francobollato e attendo sulla sponda del fiume il passaggio del cadavere.

Il roscio, al contrario, tiene botta ed è visibilmente il più veloce del quartetto ma anche lui fa spremere per benino il “capitano-affamato”. All’ottavo (3’41) io e lo stesso roscio iniziamo una buona progressione che lascia ingiustamente indietro chi ha tirato per tutta la gara, ovvero l’attempato seccaccio. Il tizio mingherlino “macina-piedi” ci segue a ruota, siamo ormai abbondantemente all’interno dell’ultimo giro, il nono km si chiude a 3’38, buone sensazioni e nessun affanno.

Ulteriore accelerazione del roscio, che lascia sul posto il mingherlino, io lo seguo e lo affianco, giusto per dovere di presenza, ma è lui che fa il ritmo e mi precederà di una manciata di secondi al traguardo. Ultimo chilometro a 3’30, secondi 5 km (18’17). Tempo finale: 36’55! Piuttosto alto il livello di gara per essere una corsa inglese e con poco più di 225 anime giunte al traguardo, io mi posiziono 22mo assoluto. Con lo stesso tempo, alla stessa gara di marzo, sarei arrivato nono, ma sono solo vacui ragionamenti ex post e non ha mai senso pensare in questi termini quando si tratta di sport.

Torno a casa portandomi nello zaino una lezione/regola utilissima da tenere in grande considerazione nelle future gare sulla lunga distanza, soprattutto se e quando la fatica dovesse farsi sentire in maniera acuta: identificare sempre un gruppetto che più o meno va al tuo passo e seguirne il ritmo senza cedere alle pericolose tentazioni di strafare e di andare in solitudine. Si fatica molto meno, si trovano motivazioni insperate e soprattutto si ha una spinta agonistica accresciuta.

Il mestiere del runner è ancora tutto da scoprire, ma non desisto, ci provo ogni volta e un giorno diventerò anche bravo!!!

Oggi mi accontento di una gara di controllo, gestita ottimamente dal punto di vista dell’ “economicità” della corsa e portata a termine senza affanni ed all’interno di un gran bel parco londinese.


Viva la Regina e viva i podisti della City!

No comments:

Post a Comment