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Monday, 29 April 2013

Hai voluto la bicicletta? Mo' pedagna(longa) - 21 aprile 2013

I tre fratelli podisti nel pre-gara

Una gloriosa trasferta, ecco cosa è stata questa breve parentesi pontina in una gradevole e mite domenica di fine aprile.

Andiamo per ordine e chiariamo la ratio di questa corsa per il sottoscritto e le motivazioni che hanno spinto anche i miei complici a prendervi parte.

Per quanto mi riguarda, la ragione principale dell’iscrizione alla 40° edizione della Pedagnalonga era una sola: frantumare il record personale sulla distanza della mezzamaratona che, strano a dirsi, risaliva addirittura al settembre del 2012, quando feci registrare un incoraggiante 1h22’35 in occasione della grande trasferta a Nottingham insieme al coach ed ai Rea brothers (vedere post passato).

Il fratello neo podista Luigi, dal canto suo, puntava ad un colpaccio sulla distanza dei 10 km, che si correva contemporaneamente alla mezzamaratona, con il chiaro intento di consolidare gli ottimi risultati delle ultime settimane e la sua ormai inarrestabile progressione di runner con i controfiocchi.


Per il coach – che ostentava da subito un evidente ostruzionismo dichiarando continuamente di essere ormai sono un ex atleta, di non avere più motivazioni agonistiche, di avere appeso le Mizuno al chiodo, etc.etc- la giornata si presentava più che altro come un’occasione di svago e sano sport senza la pressione di alcun PB da migliorare. Peraltro, sempre per completezza di informazioni, il detentore in famiglia del record sulla mezza, alla vigilia della Pedagnalonga, era proprio lui grazie all’ottimo 1h19’47 fatto registrare a Terni lo scorso febbraio.

Partiti allegramente in auto i tre fratelli il sabato pomeriggio in direzione Circeo, dopo un’ora e mezzo di macchina arrivavamo in un grazioso hotel a Terracina (Hotel Poseidon), dove ad attenderci era una sin troppo lunga passeggiata sul mare e, soprattutto, una di quelle cene stratosferiche e memorabili, presso il tipico borgo antico di Terracina. Oltre ad una bottiglia di vino bianco, i tre campioni della forchetta hanno onorato la tavola con un abbondante antipasto misto di pesce, tagliolini con gamberi a dir poco straordinari ed altre pietanze che adesso non mi sovvengono ma che hanno deliziato il palato di tutti (ho molto apprezzato il purè con arance).

Vista mare dal balcone dell'hotel


Rientrati in hotel, i primi sintomi della tensione pre-gara si facevano sentire. Il coach, che fa sempre eccezione, ovviamente crollava sul letto quando io ancora vagavo per la stanza dell’albergo e prima che mi concedessi la consueta doccia notturna, per me appuntamento irrinunciabile prima di molte gare. Luigi, con maggiore abilità, riusciva a mascherare le tensioni pur essendo alla fine l’ultimo ad andare a dormire.

Sveglia imposta a tutti dal sottoscritto alle ore 6.25, con apertura sala colazione dell’hotel in largo anticipo rispetto al consueto orario domenicale proprio per salvaguardare i necessari tempi per la dovuta digestione pre-gara di noi tre atleti. Bevuto un caffè della macchinetta a dir poco rivedibile,  mangiate fette biscottate, pane, dolci e marmellata, si osservava con ottimismo il cielo soleggiato prendendo aria a bordo piscina nonostante la temperatura non fosse esattamente calda (10 gradi).

Mentre il coach e Luigi andavano alla ricerca di un bar per un caffè dalla migliore qualità, io guadagnavo la camera dell’hotel per adempiere ai noti doveri podistici pre-gara in zona toilette.


Scorcio dell'hotel con piscina

Dopo una decina di minuti di guida, arriviamo finalmente a Borgo Hermada, paesino di 5000 anime teatro delle nostre gesta sportive. Il paese, nato come centro di servizi per l'ampia opera di appoderamento resa possibile con la bonifica dell'Agro Pontino, durante il ventennio fascista, fu suddiviso in ampi appezzamenti da mettere a coltura a cura principalmente dell'Opera Nazionale Combattenti (O.N.C.). Il nome del Paese si riferisce, come prescritto dal Fascismo, a una delle battaglie famose della Prima Guerra Mondiale (monte Ermada, oggi al confine sloveno). Quando Mussolini, nel 1934, visitò la zona delle bonifiche per recarsi all'inaugurazione della provincia di Littoria, il borgo era ancora in costruzione. Vi ebbe sede l' "azienda agraria dell'Hermada" una delle aziende create dal O.N.C. per gestire le migliaia di poderi creati nell'area circostante e condotti a mezzadria e attiva fino agli anni '60.
Proprio fra questi poderi, scopriremo correndo, si svolge gran parte della gara con numerosi passaggi fra fattorie da cui immensi bracieri inviano inebrianti odori di carni cotte e vini vari, terribili tentazioni per i podisti in transito. Clima non troppo caldo, 16 gradi ventilati, cielo parzialmente nuvoloso.

Come a ogni gara, il coach litiga con il pettorale

Dopo un brevissimo riscaldamento e sciolte all’ultimo istante il coach le riserve su quale gara fare (la mezzamaratona), scopriamo che la linea di partenza è diventata il posto più affollato della terra e, mio malgrado, mi ritrovo a partire a metà gruppo (su circa 1000 persone), rimandendo imbottigliato per i primi 200-300 metri, anche a causa di una curva insensata a gomito dopo trenta metri dallo start che rende lo scenario paragonabile alle migliori tonnare di sarda memoria.

La corsa riserva subito una maledetta sorpesa: fra il chilometro 1.5 ed il chilometro 5.5 l’asfalto lascia il posto ad un tracciato maledettamente impervio, sconnesso, fra campi agricoli sterrati, buche ovunque, sabbia, erba molto alta, solchi di aratri volutamente lasciati a terra per rendere il percorso più “divertente” e campestre. Insomma, per farla breve, invidio il coach che ha deciso di correre questa mezza senza velleità cronometriche e che mi ha lasciato andare avanti. Allo stesso tempo ed in conseguenza di tale sconforto, mi rifiuto di guardare l’orologio per tutta la gara e mi rassegno ad una giornataccia no, su un terreno infame che rallenta clamorosamente il ritmo di tutti i podisti.

Al sesto chilometro penso di ritirarmi e, al bivio, di svoltare verso la gara di 10 km, poi però mi faccio forza e mi dico che in fondo può essere divertente per una volta anche solamente partecipare per il semplice gusto di arrivare al traguardo. Sono visibilmente incazzato, ma vado avanti. Dal sesto al sedicesimo chilometro corro in scioltezza sui lunghi rettilinei tipici dei territori strappati alle paludi, fra poderi e fattorie affascinanti e vecchie signore che offrono ai podisti ogni genere di carni cotte alla brace e vini!

Intorno al sedicesimo, che difatti segnerà il mio parziale chilometrico più lento (3’56), il terreno torna a farsi insidiosissimo, si attraversano altri campi dal fondo sabbioso e lentissimo, addirittura si attraversa un passaggio con dei gradini sopra un ponticello. A questo punto mi lascio andare senza ritegno ad imprecazioni ad alta voce, maledicendo quel tracciato, gli organizzatori e soprattutto me stesso per avere optato per questa gara come banco di prova per un PB sulla mezzamaratona.

Verso il diciassettesimo chilometro inizio a correre accanto ad un atleta della NapoliRun, di qualche anno più anziano di me, ma dal fisico super asciutto e mingherlino tipico del grande tapascione di razza. Lo invito a tenere il ritmo per recuperare un triatleta che ci ha superati al gran trotto al decimo chilometro ma che da qualche minuto dà segni di cedimento. Il partenopeo, peraltro simpatico e gentile, mi risponde di voler fare una buona gara lottando solo con il cronometro e contro se stesso, ma alla fine, senza volerlo, ci facciamo forza e recuperiamo il triatleta se non sbaglio proprio al ventesimo chilometro.

Il finale è in buona progressione, chiudo il ventunesimo km a 3’38 ma con tante energie residue, risparmiate proprio pensando all’impossibilità, su quel tracciato, di fare il tempone.

Scorgo in zona traguardo il fratello runner Luigi -il quale non ha espresso il meglio di se’sulla gara dei 10 km (secondo me anche per colpa della donazione di sangue il giorno precedente)- disteso a terra con la Reflex da perfetto fotografo. Il napoletano nel frattempo lancia la volata, ma io non ho ragioni per raccogliere la sfida, che peraltro sono sicuro che avrei vinto, perché so che si è trattato di una corsa atipica e lenta, su tracciato difficilmente adatto ad un PB. Non avrebbe senso.

Quasi per caso e con grande sorpresa, a pochi centimetri dal traguardo, leggo sul tabellone cronometrico 1h19’58’’, rivisto ovviamente al ribasso (1h19’44) come real time nella classifica finale.
Arrivo al termine dei 21.097 km di faticaccia


Oltre ad avere di una manciata di secondi abbassato il record familiare sulla mezza, sono riuscito nella inaspettata impresa di scendere sotto agli 80 minuti, migliorando di quasi tre minuti il precedente tempo fatto registrare a Nottingham.

Se da un lato la soddisfazione è grande, dall’altra nasce subito il rimpianto di avere giocato la carta della mezzamaratona in una gara in cui 5 km erano su terra, erba alta e sabbia. Il coach, quando giunge al traguardo, alimenta la portata dei miei rimpianti dicendomi con sicurezza che valevo almeno 1h18 basso in un percorso “normale”. Sarà per la prossima volta, almeno così mi dico per consolarmi.

Per la cronaca, dopo una meritata doccia, torniamo sul posto per le premiazioni e scopro con sommo piacere di essere giunto decimo assoluto (sui circa 550 atleti della mezza) e primo di categoria. Quest’ultimo risultato si concretizzerà con tanto di premiazione sul palco e fantastici trofei in natura: un metro e mezzo di salame e due bottiglie di vino locale, oltre ad una bella medaglia e tanta soddisfazione per essere riuscito a migliorarmi ancora una volta sulla distanza da me prediletta, i 21097 metri.

Un metro e mezzo di salame come primo premio di categoria

I tre indomiti fratelli, infine e come prevedibile, concluderanno la trasferta podistica con una abbuffata carnivora in un tipicissimo ristorante locale, dove qualità e abbondanza del cibo si uniscono al clima festoso di questa Pedagnalonga, evento super partecipato dalla cittadinanza locale, paradiso per chiunque ami il lato godereccio e conviviale delle corse podistiche.

Di seguito il dettaglio con i parziali chilometrici:

Split
Time
Distance
Avg Pace
Summary1:19:41.521.003:48
13:50.81.003:51
23:46.41.003:46
33:47.31.003:47
43:53.91.003:54
53:51.31.003:51
63:47.41.003:47
73:49.51.003:50
83:48.51.003:49
93:48.61.003:49
103:46.21.003:46
113:43.11.003:43
123:46.41.003:46
133:46.51.003:47
143:44.61.003:45
153:46.01.003:46
163:55.61.003:56
173:49.31.003:49
183:43.81.003:44
193:47.61.003:48
203:49.41.003:49
213:39.21.003:38


Memorabili e storici, mi scuso per la ripetizione, resteranno gli odori che “mi porto” in Inghilterra delle decine di barbecue disseminati lungo il pittoresco tracciato di gara, con signore d’altri tempi pronte a rifocillare podisti e, soprattutto, camminatori con ogni ben di Dio grigliato o con un semplice bicchiere di vino. Questo, unito al sole e ad una partecipazione dell’intera collettività di Borgo Hermada, sindaco podista in primis, ha reso la manifestazione una divertente, chiassosa e piacevole occasione di goliardica trasferta per i fratelli Massetti.

Adesso il coach ha prescritto un po’ di recupero-mantenimento, evitando assolutamente gare sopra i 10 km e anzi prediligendo corse veloci di 5-8 km.

Detto... fatto: ho già in calendario la “All Nations 10 km”, intorno al solito lago olimpico di Dorney (11 maggio) ed una 5 km non lontana dal mio ufficio, anche questa in prossimità di un pittoresco lago (16 maggio).

Guardando più avanti ed iniziando a sognare ad occhi aperti, va sottolineata la mia iscrizione, insieme agli insostituibili compagni di trasferte podistiche estere Fabio e Giampiero, alla mezzamaratona di Oslo, prevista sabato 21 settembre per le vie della capitale norvegese.

Poi...beh, poi inizierà l’angoscioso conto alla rovescia in vista della mia prima maratona (Firenze, 24 novembre), che andrà preceduta almeno da una probante e, si spera, corroborante gara lunga (30 km del Mare, a Ostia, il 13 ottobre).

La carne al fuoco, tanto per restare in tema magnereccio, è decisamente tanta e richiederà un rinnovato sforzo organizzativo e mentale per non perdere le giuste motivazioni e per ritagliare il necessario tempo per gli allenamenti.

Viva i podisti pontini, viva il coach e viva il fratello Luigi neo-runner in ascesa!!

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