I tre fratelli podisti nel pre-gara |
Una gloriosa
trasferta, ecco cosa è stata questa breve parentesi pontina in una gradevole e
mite domenica di fine aprile.
Andiamo per
ordine e chiariamo la ratio di questa corsa per il sottoscritto e le
motivazioni che hanno spinto anche i miei complici a prendervi parte.
Per quanto mi
riguarda, la ragione principale dell’iscrizione alla 40° edizione della
Pedagnalonga era una sola: frantumare il record personale sulla distanza della
mezzamaratona che, strano a dirsi, risaliva addirittura al settembre del 2012,
quando feci registrare un incoraggiante 1h22’35 in occasione della grande trasferta
a Nottingham insieme al coach ed ai Rea brothers (vedere post passato).
Il fratello neo
podista Luigi, dal canto suo, puntava ad un colpaccio sulla distanza dei 10 km,
che si correva contemporaneamente alla mezzamaratona, con il chiaro intento di
consolidare gli ottimi risultati delle ultime settimane e la sua ormai
inarrestabile progressione di runner con i controfiocchi.
Per il coach –
che ostentava da subito un evidente ostruzionismo dichiarando continuamente di
essere ormai sono un ex atleta, di non avere più motivazioni agonistiche, di
avere appeso le Mizuno al chiodo, etc.etc- la giornata si presentava più che
altro come un’occasione di svago e sano sport senza la pressione di alcun PB da
migliorare. Peraltro, sempre per completezza di informazioni, il detentore in
famiglia del record sulla mezza, alla vigilia della Pedagnalonga, era proprio
lui grazie all’ottimo 1h19’47 fatto registrare a Terni lo scorso febbraio.
Partiti
allegramente in auto i tre fratelli il sabato pomeriggio in direzione Circeo,
dopo un’ora e mezzo di macchina arrivavamo in un grazioso hotel a Terracina
(Hotel Poseidon), dove ad attenderci era una sin troppo lunga passeggiata sul
mare e, soprattutto, una di quelle cene stratosferiche e memorabili, presso il
tipico borgo antico di Terracina. Oltre ad una bottiglia di vino bianco, i tre
campioni della forchetta hanno onorato la tavola con un abbondante antipasto
misto di pesce, tagliolini con gamberi a dir poco straordinari ed altre
pietanze che adesso non mi sovvengono ma che hanno deliziato il palato di tutti
(ho molto apprezzato il purè con arance).
Vista mare dal balcone dell'hotel |
Rientrati in
hotel, i primi sintomi della tensione pre-gara si facevano sentire. Il coach,
che fa sempre eccezione, ovviamente crollava sul letto quando io ancora vagavo
per la stanza dell’albergo e prima che mi concedessi la consueta doccia
notturna, per me appuntamento irrinunciabile prima di molte gare. Luigi, con
maggiore abilità, riusciva a mascherare le tensioni pur essendo alla fine
l’ultimo ad andare a dormire.
Sveglia imposta a
tutti dal sottoscritto alle ore 6.25, con apertura sala colazione dell’hotel in
largo anticipo rispetto al consueto orario domenicale proprio per salvaguardare
i necessari tempi per la dovuta digestione pre-gara di noi tre atleti. Bevuto
un caffè della macchinetta a dir poco rivedibile, mangiate fette
biscottate, pane, dolci e marmellata, si osservava con ottimismo il cielo
soleggiato prendendo aria a bordo piscina nonostante la temperatura non fosse esattamente
calda (10 gradi).
Mentre il coach e Luigi andavano alla ricerca di un bar per un caffè dalla migliore qualità, io guadagnavo la camera dell’hotel per adempiere ai noti doveri podistici pre-gara in zona toilette.
Mentre il coach e Luigi andavano alla ricerca di un bar per un caffè dalla migliore qualità, io guadagnavo la camera dell’hotel per adempiere ai noti doveri podistici pre-gara in zona toilette.
Scorcio dell'hotel con piscina |
Dopo una decina
di minuti di guida, arriviamo finalmente a Borgo Hermada, paesino di 5000 anime
teatro delle nostre gesta sportive. Il paese, nato come centro di servizi per
l'ampia opera di appoderamento resa possibile con la bonifica dell'Agro
Pontino, durante il ventennio fascista, fu suddiviso in ampi appezzamenti da
mettere a coltura a cura principalmente dell'Opera Nazionale
Combattenti (O.N.C.).
Il nome del Paese si riferisce, come prescritto dal Fascismo, a una delle
battaglie famose della Prima Guerra Mondiale (monte Ermada, oggi al confine sloveno). Quando Mussolini, nel 1934, visitò la zona
delle bonifiche per recarsi all'inaugurazione della provincia di Littoria, il borgo
era ancora in costruzione. Vi ebbe sede l' "azienda agraria
dell'Hermada" una delle aziende create dal O.N.C. per gestire le migliaia
di poderi creati nell'area circostante e condotti a mezzadria e
attiva fino agli anni '60.
Proprio fra
questi poderi, scopriremo correndo, si svolge gran parte della gara con
numerosi passaggi fra fattorie da cui immensi bracieri inviano inebrianti odori
di carni cotte e vini vari, terribili tentazioni per i podisti in transito.
Clima non troppo caldo, 16 gradi ventilati, cielo parzialmente nuvoloso.
Come a ogni gara, il coach litiga con il pettorale |
Dopo un
brevissimo riscaldamento e sciolte all’ultimo istante il coach le riserve su
quale gara fare (la mezzamaratona), scopriamo che la linea di partenza è
diventata il posto più affollato della terra e, mio malgrado, mi ritrovo a
partire a metà gruppo (su circa 1000 persone), rimandendo imbottigliato per i
primi 200-300 metri, anche a causa di una curva insensata a gomito dopo trenta
metri dallo start che rende lo scenario paragonabile alle migliori tonnare di
sarda memoria.
La corsa riserva
subito una maledetta sorpesa: fra il chilometro 1.5 ed il chilometro 5.5
l’asfalto lascia il posto ad un tracciato maledettamente impervio, sconnesso,
fra campi agricoli sterrati, buche ovunque, sabbia, erba molto alta, solchi di
aratri volutamente lasciati a terra per rendere il percorso più “divertente” e
campestre. Insomma, per farla breve, invidio il coach che ha deciso di correre
questa mezza senza velleità cronometriche e che mi ha lasciato andare avanti. Allo
stesso tempo ed in conseguenza di tale sconforto, mi rifiuto di guardare
l’orologio per tutta la gara e mi rassegno ad una giornataccia no, su un
terreno infame che rallenta clamorosamente il ritmo di tutti i podisti.
Al sesto
chilometro penso di ritirarmi e, al bivio, di svoltare verso la gara di 10 km,
poi però mi faccio forza e mi dico che in fondo può essere divertente per una
volta anche solamente partecipare per il semplice gusto di arrivare al
traguardo. Sono visibilmente incazzato, ma vado avanti. Dal sesto al sedicesimo
chilometro corro in scioltezza sui lunghi rettilinei tipici dei territori strappati
alle paludi, fra poderi e fattorie affascinanti e vecchie signore che offrono
ai podisti ogni genere di carni cotte alla brace e vini!
Intorno al
sedicesimo, che difatti segnerà il mio parziale chilometrico più lento (3’56),
il terreno torna a farsi insidiosissimo, si attraversano altri campi dal fondo
sabbioso e lentissimo, addirittura si attraversa un passaggio con dei gradini
sopra un ponticello. A questo punto mi lascio andare senza ritegno ad
imprecazioni ad alta voce, maledicendo quel tracciato, gli organizzatori e
soprattutto me stesso per avere optato per questa gara come banco di prova per
un PB sulla mezzamaratona.
Verso il
diciassettesimo chilometro inizio a correre accanto ad un atleta della
NapoliRun, di qualche anno più anziano di me, ma dal fisico super asciutto e mingherlino
tipico del grande tapascione di razza. Lo invito a tenere il ritmo per
recuperare un triatleta che ci ha superati al gran trotto al decimo chilometro
ma che da qualche minuto dà segni di cedimento. Il partenopeo, peraltro
simpatico e gentile, mi risponde di voler fare una buona gara lottando solo con
il cronometro e contro se stesso, ma alla fine, senza volerlo, ci facciamo
forza e recuperiamo il triatleta se non sbaglio proprio al ventesimo
chilometro.
Il finale è in
buona progressione, chiudo il ventunesimo km a 3’38 ma con tante energie
residue, risparmiate proprio pensando all’impossibilità, su quel tracciato, di
fare il tempone.
Scorgo in zona
traguardo il fratello runner Luigi -il quale non ha espresso il meglio di se’sulla
gara dei 10 km (secondo me anche per colpa della donazione di sangue il giorno
precedente)- disteso a terra con la Reflex da perfetto fotografo. Il napoletano
nel frattempo lancia la volata, ma io non ho ragioni per raccogliere la sfida,
che peraltro sono sicuro che avrei vinto, perché so che si è trattato di una
corsa atipica e lenta, su tracciato difficilmente adatto ad un PB. Non avrebbe
senso.
Quasi per caso e
con grande sorpresa, a pochi centimetri dal traguardo, leggo sul tabellone
cronometrico 1h19’58’’, rivisto ovviamente al ribasso (1h19’44) come real time
nella classifica finale.
Arrivo al termine dei 21.097 km di faticaccia |
Oltre ad avere di
una manciata di secondi abbassato il record familiare sulla mezza, sono
riuscito nella inaspettata impresa di scendere sotto agli 80 minuti, migliorando
di quasi tre minuti il precedente tempo fatto registrare a Nottingham.
Se da un lato la
soddisfazione è grande, dall’altra nasce subito il rimpianto di avere giocato
la carta della mezzamaratona in una gara in cui 5 km erano su terra, erba alta
e sabbia. Il coach, quando giunge al traguardo, alimenta la portata dei miei
rimpianti dicendomi con sicurezza che valevo almeno 1h18 basso in un percorso
“normale”. Sarà per la prossima volta, almeno così mi dico per consolarmi.
Per la cronaca,
dopo una meritata doccia, torniamo sul posto per le premiazioni e scopro con
sommo piacere di essere giunto decimo assoluto (sui circa 550 atleti della
mezza) e primo di categoria. Quest’ultimo risultato si concretizzerà con tanto
di premiazione sul palco e fantastici trofei in natura: un metro e mezzo di
salame e due bottiglie di vino locale, oltre ad una bella medaglia e tanta
soddisfazione per essere riuscito a migliorarmi ancora una volta sulla distanza
da me prediletta, i 21097 metri.
Un metro e mezzo di salame come primo premio di categoria |
I tre indomiti
fratelli, infine e come prevedibile, concluderanno la trasferta podistica con
una abbuffata carnivora in un tipicissimo ristorante locale, dove qualità e
abbondanza del cibo si uniscono al clima festoso di questa Pedagnalonga, evento
super partecipato dalla cittadinanza locale, paradiso per chiunque ami il
lato godereccio e conviviale delle corse podistiche.
Di seguito il dettaglio con i parziali chilometrici:
Di seguito il dettaglio con i parziali chilometrici:
Split
|
Time
|
Distance
|
Avg Pace
|
---|---|---|---|
Summary | 1:19:41.5 | 21.00 | 3:48 |
1 | 3:50.8 | 1.00 | 3:51 |
2 | 3:46.4 | 1.00 | 3:46 |
3 | 3:47.3 | 1.00 | 3:47 |
4 | 3:53.9 | 1.00 | 3:54 |
5 | 3:51.3 | 1.00 | 3:51 |
6 | 3:47.4 | 1.00 | 3:47 |
7 | 3:49.5 | 1.00 | 3:50 |
8 | 3:48.5 | 1.00 | 3:49 |
9 | 3:48.6 | 1.00 | 3:49 |
10 | 3:46.2 | 1.00 | 3:46 |
11 | 3:43.1 | 1.00 | 3:43 |
12 | 3:46.4 | 1.00 | 3:46 |
13 | 3:46.5 | 1.00 | 3:47 |
14 | 3:44.6 | 1.00 | 3:45 |
15 | 3:46.0 | 1.00 | 3:46 |
16 | 3:55.6 | 1.00 | 3:56 |
17 | 3:49.3 | 1.00 | 3:49 |
18 | 3:43.8 | 1.00 | 3:44 |
19 | 3:47.6 | 1.00 | 3:48 |
20 | 3:49.4 | 1.00 | 3:49 |
21 | 3:39.2 | 1.00 | 3:38 |
Memorabili e
storici, mi scuso per la ripetizione, resteranno gli odori che “mi porto” in
Inghilterra delle decine di barbecue disseminati lungo il pittoresco tracciato
di gara, con signore d’altri tempi pronte a rifocillare podisti e, soprattutto,
camminatori con ogni ben di Dio grigliato o con un semplice bicchiere di vino.
Questo, unito al sole e ad una partecipazione dell’intera collettività di Borgo
Hermada, sindaco podista in primis, ha reso la manifestazione una divertente,
chiassosa e piacevole occasione di goliardica trasferta per i fratelli
Massetti.
Adesso il coach ha
prescritto un po’ di recupero-mantenimento, evitando assolutamente gare sopra i
10 km e anzi prediligendo corse veloci di 5-8 km.
Detto... fatto:
ho già in calendario la “All Nations 10 km”, intorno al solito lago olimpico di
Dorney (11 maggio) ed una 5 km non lontana dal mio ufficio, anche questa in
prossimità di un pittoresco lago (16 maggio).
Guardando più
avanti ed iniziando a sognare ad occhi aperti, va sottolineata la mia
iscrizione, insieme agli insostituibili compagni di trasferte podistiche estere
Fabio e Giampiero, alla mezzamaratona di Oslo, prevista sabato 21 settembre per
le vie della capitale norvegese.
Poi...beh, poi
inizierà l’angoscioso conto alla rovescia in vista della mia prima maratona
(Firenze, 24 novembre), che andrà preceduta almeno da una probante e, si spera,
corroborante gara lunga (30 km del Mare, a Ostia, il 13 ottobre).
La carne al
fuoco, tanto per restare in tema magnereccio, è decisamente tanta e richiederà
un rinnovato sforzo organizzativo e mentale per non perdere le giuste
motivazioni e per ritagliare il necessario tempo per gli allenamenti.
Viva i podisti pontini,
viva il coach e viva il fratello Luigi neo-runner in ascesa!!
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