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Monday 28 September 2015

Un anno dopo Berlino: maledetto 2015

Sono passati solamente 365 giorni da quella meravigliosa esperienza berlinese: una maratona unica accompagnata da tre giorni di turismo nella capitale tedesca.
Da allora, ho trascorso un anno podisticamente funesto, in lotta quotidiana con un dolore al bicipite femorale sinistro che, da marzo, di fatto mi ha costretto a spospendere la pratica dello sport più bello, gratificante, faticoso ed a tratti estenuante che esista al mondo.
Maledette furono le tre gare campestri fra fine dicembre e febbraio, cui ho partecipato con grande riluttanza, per spirito di squadra e solo per fare numero. Inutile recriminare adesso, come è inutile pensare al fatto che ho dovuto rinunciare ai sei mesi più belli e favorevoli dell’anno, quando la primavera e l’estate inglesi garantiscono condizioni podistiche ideali: clima mite, luce fino a tarda sera e mai caldo torrido. Pazienza, mi dico ormai da qualche tempo, fra rabbia e serafica accettazione della situazione.
Dopo mesi di fisioterapia, stretching, visite ortopediche, una risonanza magnetica ed un esame ultrasuono, ancora nessuno ha saputo con certezza dirmi cosa diavolo io abbia ed è forse questo il mio unico cruccio.
Da oggi ricomincia la fisioterapia e, a breve, mi attende una seconda risonanza magnetica. Sono stranamente fiducioso, forse perché in questi mesi ho imparato a convivere (temporaneamente) con l’idea di non poter correre – attività sportiva che ho praticato assiduamente e senza soluzione di continuità per tre anni e mezzo fra mille soddisfazioni – o forse perché le lunghe sessioni di nuoto e le pedalate indoor in qualche modo sono riuscite a farmi tollerare uno stop altrimenti insopportabile.
Al momento non ho previsioni su quando potrò tornare al mio “habitat” sportive naturale. Sarebbe inutile illudersi ma sarebbe anche stupidamente dannoso essere pessimisti.
Pertanto, faccio tesoro delle lunghe riflessioni covate in questi mesi e mi dico solamente che la pazienza e la sospensione di qualsiasi giudizio, considerazione, previsione e programma saranno la mia arma vincente, forse anche di sopravvivenza.
Sono certo che il 2016 sarà un anno di positivi sviluppi, di novità e di confortevole normalità, nella speranza che influenze, infortuni e varicelle varie non bussino più a questa porta.
Acciaccato o in forma smagliante, niente e nessuno potrà ridurre la portata delle emozioni berlinesi vissute 365 giorni fa.
Buon “Berlino-compleanno”, Brontorunner

Monday 13 April 2015

Grazie 2014, anno storico!

Con un vergognoso ed immenso ritardo, solo adesso trovo la voglia, il tempo e la calma per aggiornare il mio caro e vecchio blog e tracciare un bilancio dell’anno 2014.
 
Con telegrafica sintesi, ecco il consuntivo:
  • 3853 km percorsi (vs 3593 km nel 2013), 
  • 16 gare disputate (vs 21 gare nel 2013): 11 in Inghilterra, 4 in Italia ed 1 in Germania
  • 1 maratona; 6 gare da 10 km; 3 mezzemaratone; 2 gare cross; 2 gare da 16.1 km (10 miglia);   2 gare di distanze varie (14 km e staffetta 30 minuti)
  • 1 gara trail/sterrato; 15 gare su strada

Cosa significa tutto questo?
 
Ho gareggiato molto di meno, privilegiando la disciplina degli allenamenti di qualita’ a discapito delle emozioni che sempre si provano indossando un pettorale e/o un chip.
 
Grazie alla preziosa ed insistente supervisione del coach, mi sono allenato in modo maggiormente mirato ed ho sovente utilizzato le gare come utili occasioni per svolgere allenamenti di qualita’, soprattutto in fase di preparazione alla maratona.
 
Dopo le straordinarie soddisfazioni del 2013 (prima maratona, PBs sulle distanze di 10 km e 10 miglia), ripetersi anche nel 2014 appariva evidentemente un’impresa ardua e difficilmente realizzabile.
 
Al termine del post che riassumeva il 2013 podistico, mi ero esposto dichiarando pubblicamente i seguenti obiettivi per i successivi dodici mesi:
 
  •           2 marzo 2014: mezzamaratona Roma-Ostia sotto 1h19’44
  •         1 giugno 2014: fare il tifo e presenziare all’esordio del coach nella gara di triathlon 70.3 (mezzo Ironman) di Pescara
  •          28 settembre 2014: Maratona di Berlino sotto 2h55’35
Con enorme gioia e soddisfazione, adagiandomi per un po’ sugli allori e crogiolandomi sui successi ormai passati,  posso dire di avere raggiunto tutti i traguardi dichiarati per l’anno solare 2014,segnatamente:
  • 2 marzo: mezzamaratona Roma-Ostia sotto 1h19’44 (il coach pronosticò 1h17’59: mi dissociai) – alla fine ho chiuso con un fantastico 1h17’51, polverizzando il mio precedente personale
  • 1 giugno: fare il tifo e presenziare all’esordio del coach nella gara di triathlon 70.3 (mezzo Ironman) di Pescara – ci sono stato e ho ammirato la triplice, eroica fatica del coach, in condizioni climatiche difficili a causa del vento fortissimo
  • 28 settembre: Maratona di Berlino sotto 2h55’35 (il coach pronosticò 2h49’59: mi dissociai con fermezza) - alla fine ho chiuso con un fantastico 2h48’13, polverizzando il mio precedente personale di Firenze, correndo la seconda meta’ di gara oltre un minuto piu’ velocemente della prima parte (1h23’24 vs 1h24’49) e abbattendo il muro (di Berlino?) dei 4’/km di media. Continuo a pensare che correre oltre 42 km a 3’59/km di media sia stata un’impresa difficilmente ripetibile nella mia vita, ma non me ne faro’ di certo un cruccio.
A questi tre successi aggiungerei anche un inaspettato e graditissimo terzo PB sulla distanza tutta inglese delle 10 miglia (16.1 km), fatto registrare il 18 aprile con un incoraggiante miglioramento di una quarantina di secondi rispetto al precedente personale e, soprattutto, con un bell’under 60’ che fa sempre morale e mette di buon umore come tutte le volte in cui si abbatte un muro cronometrico ritenuto simbolicamente rilevante.
Mi ero anche posto degli obiettivi più nobili e “moralmente elevati”:
  • Correre per stare bene, per sentirmi bene, per la salute e per il corpo: quanto spesso si tende a dimenticare tutto questo – decisamente ho sempre corso con piacere, motivazione e, soprattutto, con l’entusiasmo di chi –al di la’ delle stanchezze contingenti - si diverte ad ogni sessione senza mai pentirsi di avere indossato scarpe e Garmin invece di cedere a pigrizia e sedentarieta’.

  • Tenere sotto controllo e superare gli acciacchi fisici, soprattutto la pericolosa fascite plantare – anche qui direi che la missione e’ stata portata a termine con successo, almeno per quanto riguarda il 2014 (all’infortunio del 2015, che mi sta tenendo fermo ai box dal 17 marzo, dedichero’ un apposito post)
Si’, va bene, ma i sentimenti e le emozioni?
 
Un po’ come i genitori con i figli, anche fra i grandi traguardi podistici risulta a mio avviso impossibile scegliere un preferito e/o la migliore gara.
 
Siccome non sono genitore, posso permettermi di andare oltre tali formalismi e voto la maratona di Berlino la “piu’ bella del reame”.
 
Tutto e’ stato indimenticabile di quella gara ma anche e soprattutto nel periodo precedente la stessa: la lunga, lunghissima, estenuante e straordinariamente “rewarding” fase di preparazione.
Saro’ pazzo ma continuo a credere che preparare una maratona trasmetta le stesse sensazioni che si vivono quando si percorrono quei fatidici 42195 metri di gara: infinite sessioni solitarie, paura e convinzione, soddisfazioni e timori, training autogeno e costruzione di forza mentale, allenamenti in cui si macinano chilometri con una facilita’ disarmante e sessioni in cui si fatica oltremodo arrivando esausti e preoccupatissimi, saliscendi, euforia e cautela, sogno e realta’, il tutto lungo un cammino di 12-13 settimane in cui mente e fisico sono rivolte a quel grande giorno.

Banalmente e senza scoprire l’acqua calda, direi che la gioia di un traguardo e’ direttamente proporzionale all’impegno, fisico e mentale, profuso per il raggiungimento del medesimo.
Il 2015 che verrà...
 
Di seguito gli obiettivi principali: 
  • Correre per stare bene, per sentirmi bene, per la salute e per il corpo
  • Tenere sotto controllo e superare gli acciacchi fisici, soprattutto all’hamstring
  • Correre una maratona autunnale sotto le 3h (Torino, Firenze, Verona, Valencia?): potrebbe sembrare un obiettivo facilmente alla portata ma scrivo questo post in pieno aprile, con un infortunio in corso che mi sta tenendo ai box da un mese e che mi ha di fatto impedito di preparare e prendere parte a qualsiasi gara su strada in questo anno 2015.
Viva i podisti di tutto il mondo, in forma o infortunati che siano.