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Friday 5 October 2012

Nottingham Robin Hood Half Marathon - 30 settembre 2012...ci vuole fegato per fare un PB del genere!!!


La seconda tappa del neonato Lazio Runners World Team, dopo la gloriosa trasferta olandese della scorsa primavera, questa volta ha come scenario la regione inglese dell’East Midlands e, più precisamente, la città di Nottingham, terra di Robin Hood, 330.000 abitanti, due atenei universitari, importantissimo punto di riferimento durante la Rivoluzione Industriale (grande produttore di merletti, tabacco e biciclette), dalle antichissime tradizioni calcistiche, di cricket e di canottaggio.
Nel centro dell'Inghilterra

Protagonisti della trasferta tre gruppi di famiglie unite dal conviviale sodalizio della Lazio Runners Team: i fratelli Giampiero e Fabio Rea, i fratelli coach-Luca e aspirante-brontorunner e le sorelle Ida e Rosa Serpolli.
Tutto ha inizio venerdì 28 settembre quando i Rea, le Serpolli ed il coach atterrano a Londra Stansted con un volo della malefica Ryanair proveniente da Roma in leggero ritardo. Ad accoglierli agli arrivi, con tanto di gigantesco Renault Espace con volante a destra e cambio automatico, armato di entusiasmo e grandi aspettative, il sottoscritto emigrato in terra inglese, colonizzatore ed esportatore in suolo britannico dei colori LRT. 

Dai primi metri di guida, percepisco il terrore della compagnia nel vedermi guidare "contromano" e nel prendere le rotatorie "contromano"...contromano per il resto del mondo ma non per su quest'isola! Ad aggravare l'iniziale sgomento dei passeggeri si aggiunge anche la mia innocente premessa e confessione di non avere mai guidato una macchina con cambio automatico prima di quel giorno!!
Dopo un frugale pasto in una sorta di autogrill - dove appare sin da subito chiara la gerarchia della forchetta e dell’appetito di tutto il fine settimana, che vedrà i fratelli Massetti contendersi la medaglia d’oro - e circa due ore di guida, i nostri giungeranno a Nottingham a metà pomeriggio.
Fin dall'autogrill cominciano le mezzemaratone...culinarie
L’hotel, debitamente e strategicamente scelto dal coach (con il determinante aiuto dello scrivente aspirante runner) settimane e settimane prima in base al prevalente criterio della vicinanza alla zona di partenza, si colloca a circa 3 km dal centro e dalla zona pedonale cittadina, sembra a conduzione familiare e ha l’aspetto tipico dell’Inghilterra di provincia, vecchiotta ma dallo spirito accogliente e gentile. Il wi-fi e’ gratuito in tutte le stanze, la domenica della gara ci permettono di anticipare l’orario di normale apertura della colazione solo per venire incontro alle esigenze podistiche, non esitano ad accordarci un late check-out che ci permetterà di godere del clima post-mezzamaratona e di fare una meritata doccia e, dulcis in fundo, la colazione si rivelerà abbondante e buona, lo staff gentilissimo e pronto a fornire in tempi fulminei qualsiasi tipo di informazione (considerando poi che il coach è cliente esigente, pignolo e rompiscatole!)...


Foto del pittoresco hotel Swans
 Da abitante “locale”, percepisco una diffusa perplessità della truppa riguardo alle condizioni meteo inglesi, con temperature di quasi 15 gradi inferiori a quelle lasciate in Patria, vento, pioggia, vento, sole, pioggia ancora, sole e vento nel giro di pochi minuti. Io temo di essermi abituato ormai alla pazzia del clima di questa isola, loro lo ritengono inconcepibile in questo periodo dell’anno.

Il rigido programma del coach, stilato già un paio di mesi prima, prevede, malgrado la stanchezza del viaggio, una quarantina di minuti di corsetta tanto per sgranchire le gambe. Alla fine si faranno ben 11 km su parte del tracciato della mezzamaratona di domenica, già colpito da raffiche di vento che non lasciano presagire nulla di buono. Il sopralluogo non sarà risolutivo nel dissipare i dubbi della vigilia e darà anzi la falsa impressione di un percorso più piatto di quello che poi sarà effettivamente. I Rea, come capitato in Olanda, si rifiutano categoricamente di farci compagnia nella sgambata e si avviano in centro a Nottingham, pentendosi poi della lunga e stancante camminata (eppure sono due due tapascioni doc che macinano chilometri e chilometri a settimana...mah??!!).
 Il cielo sembra alternare sprazzi di sole a nuvoloni minacciosi, il morale della truppa è alto, i morigeratissimi fratelli Rea dispensano lezioni di vita da atleti, rifiutando ogni tipo di bevanda alcolica nel corso di una abbondante cena a base di carne presso un ristorante brasiliano nel centro di Nottingham, trovato per caso girando per la città. Il coach e l’aspirante brontorunner, noti e famelici onnivori, mostreranno fin dalle prime battute una notevole predisposizione alla forchetta e si piazzeranno in prima e seconda posizione assoluta nel campionato individuale di bagordi, fagocitando ogni tipo di carne servita secondo la pericolosissima regola dell’ “all you can eat”...

Dopo la gara il coach punta lo stand salsicce!
A cena si parla di calcio, di podismo, si consulta febbrilmente qualsiasi smartphone a portata di mano per verificare le condizioni climatiche previste la domenica della gara. L’austero e venerato Met Office inglese prevede un sabato (per noi atleti) inutilmente soleggiato ed una domenica ventosissima e dalle minacciose nubi, ma per fortuna neanche questo basterà a spegnere l’entusiasmo e a fiaccare il morale della truppa.

Il sabato mattina, dopo le perentorie raccomandazioni “a non affaticarsi con lunghe camminate” - dispensate dal coach - e previa visita al villaggio della mezzamaratona ancora in fase di allestimento - volerà all’insegna del rilassato turismo per la cittadina di Nottingham, di una doverosa visita al castello della città, di un frugalissimo pasto consumato presso la grande piazza centrale sotto l’occhio vigile dei salutisti Rea salvo poi concludersi con un timido tentativo di “struscio” per le affollatissime vie del centro. In questo i maschietti della truppa cederanno di schianto dopo pochi minuti per riparare verso l’hotel e per un giro nei pressi del glorioso stadio del Nottingham Forest.
Podista nei giardini del Nottingham Castle
Scorcio sul castello di Nottingham
 
Lo stadio del glorioso Nottingham Forest a bordo fiume Trent
Il sabato sera si concluderà con una cena al ristorante Reno’s, fra i primissimi posti delle classifiche di gradimento online nella città, debitamente individuato dal meticoloso coach settimane prima dell’evento in omaggio alla nota predisposizione dei Rea per i ristoranti italiani (ancora ci raccontano estasiati della trattoria “da Lorenza” ad Amersfoort!!). Il pasto, ricco di carboidrati e di allegre discussioni su strategie di gara e sulla qualità delle tagliatelle al ragù, sarà servito dal proprietario anglo-foggiano fra lo sgomento dei clienti inglesi presenti, non abituati a tanta e tanto rumorosa “caciara” al ristorante! Fabio, la nostra punta di diamante, e’ tranquillo e sa di avere il tempone nelle gambe. Il coach cerca di convincermi che 1h24’ l’indomani sarebbe un risultato mediocre e un tempo da allenamento: a me sembra solo un miraggio raggiungibile solo sputando anima e sangue. Le aspettative del coach sono decisamente più alte delle mie.
Alle 22.30 si rientra in albergo, quasi fossimo degli atleti seri!! Io a cena non ho toccato né birra né vino. La scusa di dover guidare al rientro in albergo cela in realtà la speranza di limare secondi preziosi in gara grazie ad una vita morigerata.

La notte precedente la gara, per una volta, non viene funestata dal nervosismo che mi tiene sveglio, bensì da quattro episodi che turbereranno il mio regolare sonno: il coach che si alza per fare pipì, qualcuno che urla fuori dalla porta, il coach che si rialza per fare pipì e, dulcis in fundo, il coach che si ri-rialza per fare pipì! Inizio a pensare che stia boicottando la mia preparazione ed il mio riposo per paura che possa raggiungerlo il giorno della gara!
La sveglia suona alle 6.35, si spalancano subito le tende della stanza e si vedono i rami degli alberi muoversi per il forte e tanto temuto vento. Maledizione, il Met Office inglese aveva ancora una volta ragione.

Ci consoleremo con una lauta colazione disertata dai Rea e dalle sorelle fra lo sgomento dei due secchioni coach e brontorunner: dormiranno ancora? Saranno già a fare riscaldamento pre-gara? La tensione è palpabile, il verdetto meteo impietoso: vento di circa 15 miglia orarie da sud-ovest, con raffiche del doppio di intensità, temperatura intorno agli 11 gradi, nuvoloni minacciosi all’orizzonte. Benvenuti in Inghilterra...
I sogni di gloria e di record personali, così semplici, alla portata e possibili fra una tagliatella ed una bruschetta la sera precedente, al risveglio sembrano solo lontanissimi ricordi. Giampiero consiglia al fratello Fabio, nostra punta di diamante, di “fare gara più sull’uomo che sul tempo”, a conferma delle pessime condizioni ambientali.

Un Fabio visibilmente assiderato ed un Giampiero contrariato dal clima inglese, giungeranno insieme agli altri sul luogo di partenza a circa 40 minuti dallo start. Lo spettacolo che appare agli occhi dei sei ambasciatori LRT in terra inglese rimanda alle scene epiche del film “Il Gladiatore”: una spianata/villaggio della mezzamaratona affollato da 8.000 atleti, cui vanno sommati amici, parenti, cani, bambini e addetti all’organizzazione; si parla di 40.000 persone, si vedono decine di stand, dalla tenda VIP per massaggi e servizio fotografico personalizzato, ai capannoni degli sponsor. L’arrivo della corsa verrà ripreso dalla BBC4 e ad attendere gli atleti presso la linea del traguardo sarà una tribuna stracolma di pubblico preceduta da un serpentone di folla ai lati degli ultimi 400 metri del tracciato di gara che ricorda le migliori accoglienze di pubblico in occasione delle tappe alpine del Giro d’Italia di ciclismo. Con la testa già si fantastica di imprese eccezionali, con arrivo trionfale e acclamazione dagli spalti...
Un affollatissimo villaggio in zona partenza (notare l'abbigliamento invernale)
I nostri prodi, forse distratti dalla organizzazione, dal colpo d’occhio o da entrambe, ometteranno di effettuare un riscaldamento degno di tale nome ed in men che non si dica si ritroveranno in griglia di partenza, fra una raffica di vento ed una leggera pioggia che, all’inglese maniera, sembra dare l’in bocca al lupo agli atleti prima dell’inizio della corsa.
Fabio Rea si schiera in primissima fila, forte del suo pettorale giallo (quello riservato ai top runners), mentre i Massetti ed un battagliero Giampiero Rea si attestano all’altezza della griglia riservata agli atleti “umani”. Il serpentone di folla alla partenza, sul meraviglioso lungofiume Trent, è semplicemente impressionante, così come risulterà ammirevole la disciplina di oltre 6600 persone (+ 1200 della Fun Run) che, con ordine e britannico culto verso qualsiasi forma di fila, lasceranno avanzare e daranno la precedenza agli atleti più ambiziosi senza spintonare, senza calca, senza insulti e senza polemiche.

Parto accanto al coach, il ritmo è buono, correrò insieme a lui per oltre metà gara e già questo vale per me il prezzo del biglietto!!! La storia della corsa narrerà di un percorso più impegnativo di quanto ci si aspetterebbe da una gara piatta, con almeno 5 o 6 sostanziali “strappi” in salita dai 100 ai 250 metri di lunghezza ed un intenso vento a falcidiare gli atleti nelle zone più esposte. Affascinante il passaggio, intorno al decimo chilometro, all’interno del campus universitario, così come incantevoli ed infiniti appariranno i 3 km di lungo fiume, maledettamente capitati controvento, fra il 17mo ed il 20mo. Bagni e abbondanti rifornimenti di acqua e di integratori saranno posizionati all’altezza delle miglia 2.7, 5.7, 9 ed 11.5.
Io e il coach chiudiamo i primi 10k in 39’45, temo subito di avere tirato troppo e di finire la benzina. Il mio PB sui 10k e’ di 39’21, adesso sto correndo appena più lentamente ma con altri 11 km e 97 metri da percorrere...sono perplesso.

Intorno a metà undicesimo km il coach inizia a lamentarsi e, dopo avermi detto che il maledetto polpaccio soggetto ad infortuni gli dà un leggero fastidio negli strappi in salita, ingrana la marcia e spara un tredicesimo km a 3’36! A fine gara spiegherà che in quella fase un allungo del genere si era reso necessario per non ritirarsi dalla corsa...mah...Strane teorie questo coach...Io se sono in difficoltà, rallento il ritmo e non aziono il turbo...Mi distacca comunque di una quindicina di secondi e per tutto il resto della mezzamaratona lo vedo davanti a me di un centinaio di metri.
Dal mio canto, le gambe stanno bene, i chilometri sono macinati senza strappi e senza eccessiva fatica, nessuno mi supera più ma anzi sono io a passare vari podisti fino al traguardo. Tutto bene, tutto troppo bello, percorro il bellissimo lungofiume (controvento) fra il km 17 ed il km 20, pur nella confusione del delirio da endorfina so che 1h23’ si porta a casa senza dubbi, un risultato pazzesco...
Km 17: volontari trasportano un (vero) malato terminale su una barella verso un traguardo che di certo vale piu' di qualsiasi altra vittoria, considerazione o commento...
Proprio quando mi stavo facendo spavaldo per il successo in arrivo, ecco che si ripete, con le stesse inquietanti modalità -e allo stesso chilometro di gara- quanto accaduto ad Amersfoort. Al ventesimo km, infatti, un fortissimo dolore al fianco destro (o forse al fegato) mi dà l’impressione di avere una lama conficcata nel corpo: inizio, anche sentendo la folla dell’arrivo, ad accorciare il passo e a velocizzarlo...non voglio mollare, il volto è segnato da inevitabili smorfie di dolore, cerco di rimanere dritto con il busto ma la “lama” nel fianco mi costringe a piegarmi in avanti, con inevitabili dolori alla schiena per la scorretta postura. Il traguardo, le tribune, il serpentone umano ai due lati degli ultimi 400 metri e poi la vista del coach da lontano mentre solleva le braccia all’arrivo mi faranno giungere al traguardo chiudendo l’ultimo, psicologicamente massacrante, chilometro con un eccellente 3’51. Gambe, fiato e spirito mi avrebbero permesso di spremermi e magari di rosicchiare 10-15’’, ma non esiste rammarico visto che a 30 metri dal traguardo vedo il tabellone cronometrico e non contengo la gioia, mista ad incredulità. Sobillo la folla, che risponde entusiasta e rumorosissimamente, con gesti enfatici di trionfo!! All’arrivo mi aspetta il coach, che per una volta tanto non ha avuto troppo tempo per rilassarsi né si è raffreddato per aspettarmi!!!!

La classifica parlerà di ben 3 PB raggiunti gloriosamente da:
  • Fabio (1h13’24)
  • Coach Luca (1h22’15) e...
  • ...dal sottoscritto aspirante Bronto-runner (1h22’35) che distrugge  e abbassa di due minuti e mezzo il precedente miglior tempo sulla distanza!!!!!!!!!!!!!!!!!!
Non mi sembra vero, un tempo stratosferico, per me che avrei esultato gia' per un ben più modesto 1h24’30!!!

Di seguito il dettaglio chilometro per chilometro...

Split
Time
Distance
Avg Pace





Summary
    1:22:34.5      21.13 km        (average/km) 3:54
1 3:55.6 1.00 3:56
2 3:58.0 1.00 3:58
3 3:50.4 1.00 3:50
4 4:01.2 1.00 4:01
5 4:00.0 1.00 4:00
6 3:58.8 1.00 3:59
7 4:00.9 1.00 4:01
8 3:59.1 1.00 3:59
9 3:56.7 1.00 3:57
10 4:00.3 1.00 4:00
11 3:49.0 1.00 3:49
12 3:55.3 1.00 3:55
13 3:46.2 1.00 3:46
14 3:53.3 1.00 3:53
15 3:49.7 1.00 3:50
16 3:52.7 1.00 3:53
17 3:48.0 1.00 3:48
18 3:57.5 1.00 3:58
19 3:49.5 1.00 3:50
20 3:53.3 1.00 3:53
21 3:51.3 1.00 3:51
22 :28.1 0.13 3:32
 

 Ottimi anche Giampiero, che chiude con una delle sue migliori prestazioni sulla mezza (1h36’25), e la gagliarda Rosa Serpolli (2h29’39).
 
Ecco i nostri condottieri dopo la gara in una foto con Robin Hood!
Fra gli oltre 6600 atleti giunti al traguardo, va sottolineata la prestazione maiuscola di Fabio, giunto 17mo assoluto in una gara il cui podio è stato conquistato con tempi stratosferici (1h01’39, 1h02’21 ed 1h03’22).
A fine gara, i Rea ed i Massetti cederanno alla tentazione di un massaggio presso la tenda VIP e si faranno immortalare in vari scatti fotografici, con tanto di drappo LRT, insieme ad un improbabile personaggio travestito da Robin Hood! Fa freddo, tira vento, siamo tutti esausti, il mio fegato/fianco destro mi fa ancora male (ed il dolore resterà per altri tre giorni) ma la soddisfazione di questa meravigliosa avventura resterà scolpita per sempre nei ricordi più belli!

Lo spirito goliardico dell’evento sarà infine completato da un pranzo a base di hamburgerozzi presso un tipicissimo pub inglese in zona hotel, chiamato Monkey Tree Pub, prima di riprendere tutti la via del rientro in aeroporto e, almeno per cinque dei sei valorosi atleti LRT, la via del rientro in Patria.

Non sarebbe vivere l'Inghilterra se non ci fosse un tipicissimo pub ad attenderci dopo la gara!
Dal mio personalissimo punto di vista, posso dire che la trasferta è stata un’eccellente e piacevolissima occasione per rivivere lo spirito tapascione italico che tanto mi manca qui Inghilterra e cui ogni domenica rivolgo i miei pensieri più affettuosi. Se stessi a Roma (o dintorni), forse esagererei e correrei tutte le gare del calendario sociale...

Non mi resta che attendere con impazienza la prossima trasferta internazionale LRT che, come in Olanda qualche mese fa e a Nottingham ora, sarà senza dubbio una piacevole occasione per consolidare lo spirito del glorioso sodalizio LRT. Il coach gia’ parla di Berlino, Formentera e chissà quale altra splendida meta, ma in cuor mio so benissimo che mi andrebbe bene qualunque destinazione purché si possa replicare una due giorni tanto piacevole e divertente come quella inglese appena conclusa.
Grazie a Fabio e Giampiero, con i quali il piacere di discorrere di sport è pari solo al loro contagioso entusiasmo per le iniziative del Lazio Runners World Team (passate, presenti e future).

Infine un grazie maiuscolo al fratello coach, il quale cura in maniera impeccabile ogni dettaglio delle trasferte e, soprattutto, sta dimostrando -a suon di risultati su noi cavie podistiche- di essere un valorosissimo allenatore, oltre che un gagliardissimo runner con alle spalle vari lustri di ottimi risultati!
Non mi resta che attendere con immensa emozione la gara di Sant’Ippolito di Fiumicino, che quest’anno per la prima volta nella storia vedrà ai nastri di partenza non un Massetti, non due Massetti, ma...ben TRE fratelli Massetti!!!!!!!!!!!!!!!!!

Forza Lazio Runners Team e forza Lazio Runners World Team!

2 comments:

  1. Fammi commentare per primo finchè sono in tempo....che tra breve con te in gara arriverò.....secondo!!!!
    Fantastico post!!!!

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  2. Ma smetti di fare il tapascione...non ci crede nessuno!

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