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Wednesday 10 October 2012

Trofeo Sant'Ippolito - 7 ottobre 2012 - Aria di mare, PB regolare!


Ad una settimana esatta dalle fatiche di Nottingham, pensare di poter correre brillantemente un’altra gara, seppur di 10 km (per la verità 10.4 km), sembrava cosa impossibile e perfetto esempio di strategia imprudente di distribuzione delle energie.

Già nel corso della trasferta inglese, nel placare le reticenze dei fratelli Rea in tal senso, il coach si era mostrato sicuro e aveva rassicurato tutti ricordando che, empiricamente parlando, la storia dimostra che, subito dopo una mezzamaratona, i 10 km si corrono di solito in maniera positiva e relativamente brillante.

Il Trofeo Sant’Ippolito, giunto ormai alla nona edizione, è una gara piuttosto nota ed affermata sul panorama podistico romano, trattandosi di una corsa veloce, assolutamente piatta e fra le prime 10 km “serie” di inizio stagione nella Regione.
Scenario della corsa, come sempre, la zona di Fiumicino che dal piazzale Mediterraneo (zona imbarco traghetti) si estende verso sud per tutta la lunghezza del lungomare della Salute (1.8 km), salvo addentrarsi nell’entroterra,  percorrere in senso inverso un lungo tratto che costeggia il ramo di Tevere che sfocia sul Tirreno e riprendere il lungomare della Salute in direzione nord.
Aria di mare, aria di casa...

Per quanto mi riguarda, la gara assume un valore molto speciale per mille ragioni: gioco in casa, visto che prima di emigrare in Inghilterra abitavo a 7 km a nord dalla partenza; provo per la prima volta il mio stato di forma su una gara di 10 km su strada, per me solitamente più faticosa rispetto alla mezzamaratona; rivedo tanti compagni di squadra LRT e, soprattutto, per la prima volta nella storia, ai nastri di partenza si presenteranno tutti e tre i fratelli Massetti. Tale evento ha dell’incredibile se si pensa alla nota ritrosia del fratello mediano (Luigi) verso qualsiasi tipo di attività sportiva, smentita ormai clamorosamente da due mesi di allenamenti regolari sotto il vigile -e a volte severo- controllo dell’altro fratello, il coach!
I tre fratelli ai nastri di partenza per la prima volta nella storia!
Bellissima sensazione correre una gara su un tracciato che ci conosce a memoria, piacevolissimo presentarsi volontariamente alle 8 per aiutare il grande Orazio, colonna (non solo per la stazza fisica da navigato giocatore di rugby) della segreteria LRT e mio punto di contatto “societario” dall’Inghilterra, che ricambia con grandi saluti ed un’accoglienza calorosa!

Alle 8.20 il gazebus LRT è già montato con tanto di bandiera che conferma quanto ampiamente annunciato dalle previsioni meteo dei giorni precedenti: vento moderato da est, cielo poco nuvoloso e temperatura intorno ai 19-20 gradi. Il coach, strategicamente, si paleserà alle 8.21 attirandosi gli improperi del fratello aspirante runner, di Orazio e del “coordinatore” ai lavori, il veterano M70 Maurizio, che almeno ha avuto fin da subito l’onestà di fare “outing” e dichiarare la sua intenzione di non voler dare una mano e di volere solamente guardare noi volenterosi lavorare!!

In men che non si dica, un pallido sole inizia a sorgere, insieme a decine e decine di podisti che giungono alla spicciolata e popolano i vari gazebo delle società di appartenenza che sbucano come funghi dopo una giornata di pioggia. Si vedono alcuni dei mostri sacri del podismo romano, soprattutto nella categoria M50, il piazzale si affolla, ci sono solamente 3 bagni per gli uomini (gravissima pecca dell’organizzazione), la fila è lunga, la gente si apparta nei posti più improbabili, io mi distraggo per godermi lo spettacolo di tante casacche e di tanti colori. Alla fine farò a malapena 2 km di riscaldamento, con qualche allungo insieme ad alcuni compagni di squadra, coach incluso, prima di gettarmi fra le prime file del gruppone di quasi 1100 runners, schierati con italico disordine in prossimità dell’arco di partenza.

Il coach mi aveva perentoriamente prescritto di fare la gara accanto al nostro forte compagno di squadra Massimo, detto caschetto, navigatissimo M45, che di solito viaggia intorno ai 37’ (bassi) sui 10 km, per me un tempo inarrivabile, visto che su questa distanza il PB è di 39’21. Certo, a Nottingham ho chiuso gli ultimi 10 km intorno a 38’30, ma non ci credo ancora ed un episodico exploit non può costituire “campione” rappresentativo del mio livello.

Il sadico fratello coach, a quanto apprenderò successivamente, da giorni sollecitava psicologicamente il povero caschetto, invitandolo a fare la gara insieme a me e ammonendolo circa il pericolo di poter essere da me addirittura sconfitto. Morale della favola, questo sottile e studiato gioco dei nervi ha dato forte motivazione a caschetto, che con rispettosa gentilezza si è prestato a “fare il ritmo gara” con l’evidente ambizione di non farsi superare dallo scrivente aspirante runner. Dall’altro lato, il diabolico coach, nel dirmi che avrei dovuto stargli incollato, mi ha dato un obiettivo tangibilissimo, in carne e ossa, da seguire (ed inseguire) per tutta la durata della gara.

Alle 9.30 si parte a spron battuto: dopo 100 metri, una insensata curva a 90 gradi blocca la massa e rallenta inesorabilmente il ritmo. Già settimane prima della gara il coach aveva parlato con gli organizzatori, chiedendo lumi sulle ragioni di un tracciato lungo 10.4 km, invece dei classici 10, facilmente ottenibili evitando la curva sopra menzionata e spostando la partenza sull’ampio rettilineo del lungomare. Gli organizzatori, molto gentili ed efficienti peraltro, gli avevano risposto che l’amministrazione comunale si era mostrata inflessibile e che il percorso per quest’anno sarebbe stato 400 metri più lungo del previsto. A volte l’ottusità delle amministrazioni comunali è vergognosa.

Caschetto mi sfugge subito, così come il fratello coach, molto più bravi di me a divincolarsi fra la folla in partenza. Il primo chilometro, senza compagni di squadra a farmi compagnia, si chiude a 3’46, tutto sommato ad un ritmo ben migliore del temuto. Caschetto non si vede per tutto il primo chilometro, finché da lontano sbuca la sua casacca LRT, che raggiungo con una progressione che inesorabilmente farà registrare un secondo chilometro a 3’42! Lo affianco, mi saluta e mi dice di voler fare una gara “regolare, anzi regolarissima”. Io, da perfetto tapascione, sono molto cauto e mi limito a dire “ci proverò, anche se per me il ritmo è troppo forte”.

Noto subito due cose di Massimo: la sua corsa è scientifica, ogni gesto appare ordinato e composto, sembra non disperdere energie, non parla, non sbuffa, non commenta, non ha il fiatone, respira con una regolarità ed una cadenza che sembrano quasi seguire uno spartito studiato a tavolino. La terza cosa che noto, correndogli accanto, è che la sua condotta di gara non lascia spazio a strappi e a variazioni di ritmo forsennate, bensì appare fondata su una progressione leggera ma inesorabile, che ci vedrà superare numerosi podisti senza mai essere superati. Bellissima sensazione, quasi una dimostrazione di forza con metodi soft.

Il percorso è piatto, il vento è moderato ed ininfluente, un sogno ed un miraggio per me che sono abituato ai capricci del Dio Eolo inglese, la temperatura non è calda e l’umidità ancora sotto controllo grazie al vento da est. Insomma, condizioni ideali per questa corsa tanto attesa.

Continuiamo a superare gente partita troppo forte e scoppiata, il coach è a vista, ma a non meno di 100-150 metri. Terzo km chiuso a 3’49, quarto a 3’49, quinto a 3’46. I primi 5000 mt se ne andranno in 18’54: consulto il gps e rivolgo le prime parole, da quando siamo partiti, alla lepre Caschetto: “per me questo ritmo è davvero sostenuto: vai pure avanti se senti di essere rallentato da me”. Non ero stanco e non avevo difficoltà respiratorie, semplicemente mi sono lasciato condizionare dall’orologio e dal parziale di metà gara, oltre che dal timore di scoppiare miseramente. Caschetto, giustamente e da navigato tapascione quale è, mi dice di non essere per niente rallentato da me e che di certo non mi aspetterebbe quand'anche dovessi decidere di andare ad un ritmo più blando. Mi piace l’egoismo positivo, motivante e costruttivo del podista!

Il sesto km si chiude a 3’45, sono sempre accanto a Massimo, il settimo rappresenta il tornante decisivo: la rotta di gara punta verso nord, si risale lungo la costa, da qualche parte lì davanti c’è il traguardo. Caschetto accelera, io mantengo il passo e mi metto a circa un metro e mezzo da lui, senza peraltro avere la minima intenzione di prenderne la scia. Non si volta a cercarmi ed io non dico nulla, siamo ancora appaiati, il settimo chilometro si chiude a 3’42. Sto bene, nessun dolore al fegato come a Nottingham, si imbocca in men che non si dica il lunghissimo rettilineo di lungomare che, dopo 2 km, porterà al traguardo. Il coach è lì davanti, l’ottavo km è di contenimento e viene portato a casa in 3’44.

E’ fatta, non ho calcolato la proiezione all’arrivo, ma qualcosa mi dice che sta per uscire il tempone, caschetto è sempre a un paio di metri da me, io tengo gli occhi fissi sull’orizzonte, verso la fine di quel lungomare che, stranamente, mi sembra cortissimo stamattina. Al nono il ritmo aumenta leggermente e siamo a 3’42, cacchio, qui il PB sta assumendo dimensioni pazzesche ma non ho voglia di fare calcoli.

Vedo avvicinarsi il cartello dei 10 km: mio Dio, qualcuno mi ha fatto uno scherzo e l’ha portato avanti o sto facendo un tempone magnifico?

Guardo il Garmin, non ci credo, accanto a me ho il cartello del decimo km e il tempo dice 37’07’’ (mentre per il gps il decimo scatterà dopo 37’29’’, ma la sostanza non cambia!!!). Non sarà mai omologato, visto che la gara è ufficialmente e maledettamente di 10.4 km, ma sono gasatissimo e non contengo la felicità: la curvona che porta alla zona arrivi è presidiata, al km 10.2, da Coach Mimmo (olé), visione quasi profetica e celestiale nel delirio di contentezza che peraltro già provavo in quel momento, lui che è il coach del mio coach. Simbologie, allegorie e segnali sembrano essermi stati inviati dal Dio del Podismo. Lo vedo incoraggiare e complimentarsi con mio fratello, mentre nel frattempo io giro a sinistra per gli ultimi 150 metri di gara, dove sparo uno sprint alla “Usain Bolt del litorale romano”, supero un tizio e affianco caschetto per un arrivo trionfale, appaiati con lo stesso tempo.

Chiuderò con un’eccellente cinquantunesima posizione su 1067 atleti arrivati al traguardo. Il tempo dei 10.4 km è di 38’46 (fantastica media di 3’44)! Il coach mi precede di 28 secondi, dal pubblico nostro padre scatta foto, io mi sento freschissimo, senza fiatone né affanno. Il fianco destro/fegato non ha dato segnali di affaticamento ne’ risulta dolorante, corro al gazebo, vedo un soddisfattissimo Fabio, che ha concluso la gara da ormai 4 minuti e si è classificato in settima posizione assoluta, registrando un SB (seasonal best) sulla distanza. Anche per lui, dopo Nottingham e altre gare recenti, il lavoro con il coach sta dando eccellenti risultati.
Sprint finale: avversario asfaltato e Massimo Caschetto affiancato poco dopo

Aspirante brontorunner (sx) e fratello coach (dx) a colloquio subito dopo la corsa
 
Ma la parte più emozionante della gara deve ancora arrivare: il terzo fratello, il neo-runner, deve giungere al traguardo ed in tutti noi sorge il timore che abbia tirato troppo nel corso dei primi chilometri e sia scoppiato, ritirandosi mestamente.
Mentre mi avvio insieme agli altri compagni di squadra per una corsetta defaticante, percorrendo in senso inverso l’ultimo chilometro e mezzo di gara sul lungomare, ecco che da lontano vedo sbucare la maglia giallo-verde di Luigi!!!Un secondo miraggio, dopo l'apparizione di coach Mimmo (ole') a mo' di Arcangelo Gabriele!!
Il fratello mediano abbozza gesti di saluto e ci riconosce: segno che le funzioni vitali sono ancora attive!!! Io corro verso il traguardo e mi apposto a un metro dall’arrivo, sporgendomi dalla ringhiera, pronto ad incitarlo e a fare il tifo nell’ultimo sforzo della sua prima gara della vita!
Arriva stanco ma non in affanno, ne’ tantomeno cotto. Sul petto si nota subito l’inconfondibile macchia di sangue che colpisce i capezzoli dei runner alle prime armi: ha superato a tutti gli effetti il battesimo del fuoco e adesso fa parte della famiglia LRT anche lui. Chi l’avrebbe mai detto?
Il fratello mediano, vero vincitore di questa gara!!!!

A proposito di previsioni, di seguito riporto le stime dei tempi di gara che il fratello coach aveva preparato ed inviato 5 giorni prima della Sant'Ippolito a noi vittime dei suoi allenamenti:

·         Fabio-se-li-mette-tutti-dietro: under 35' (under 3'22''/km) – tempo effettivo: 34'45 (SCIENZA ESATTA!)

·        Luca-coach: under 39' (3'45''/km) - tempo effettivo: 38'19 (TAPASCIONE FINTAMENTE UMILE E MODESTO)

·        Leo-aspirante-brontorunner: 39'30'' (3'48''/km + o - 1''/km) - tempo effettivo: 38'46 (SOTTOSTIMATO)

·       Giampiero-nove-mille: under 45' (under 4'20''/km) - tempo effettivo: 45'07 (COLPA DEGLI SCONTI CHE SI AUTO ASSEGNA DURANTE GLI ALLENAMENTI?)

·        Luigi-chi-l’avrebbe-mai-detto: under 1h02' (under 5'55''/km) - tempo effettivo: 1h01'22 (LA VITTORIA PIU’ BELLA DELLA GIORNATA, A DUE MESI E 6 CHILI IN MENO DALL'INIZIO DELLE SUE CORSE)


Che cosa aggiungere? Una gara straordinaria per quanto veloce e per il miglioramento rispetto ai miei precedenti tempi. Anche il coach ha polverizzato il suo precedente PB sulla distanza di 10 km, segno buono.
A colpirmi è stata soprattutto la relativa facilità con cui sono arrivato al traguardo, io che mal digerisco i ritmi alti dei 10 km: merito dell’aria di casa? Del cibo di casa? Del percorso piatto? Del vento quasi ininfluente? Del regolarissimo Massimo-caschetto che mi ha guidato? Della vicinanza del coach? Degli allenamenti del coach? Probabilmente di tutti questi fattori messi insieme...
I prossimi appuntamenti podistici, rigorosamente in terra inglese, saranno:

·      “Run Richmond Riverside”, gara di 10 km apparentemente piatta (ma non mi fido) che si correrà sabato 20 ottobre lungo le sponde del Tamigi;

·       "Gosport Half Marathon", sulla costa sud dell’Inghilterra, votata dalla rivista Runners World come “the best UK half marathon for achieving a Personal Best time”! Prevista per domenica 18 novembre ma ancora mi devo iscrivere.

Non posso chiudere questo post senza avere prima inviato un immenso in bocca al lupo di pronta e rapida guarigione a Giancarlo, blogger di riferimento, esempio di atleta e triatleta, che la scorsa settimana ha avuto uno sfortunato incidente in bicicletta ed è adesso alle prese con fratture a clavicola e polso. L’ho visto all’ospedale qualche giorno fa: mi sbaglierò e non capirò nulla, ma a me sembrava già pronto ad affrontare, superare e, ovviamente, vincere anche questa nuova sfida!

Forza Lazio Runners Team e viva i tapascioni di Roma e provincia.

4 comments:

  1. Probabilmente il miglior post di sempre!!! Coinvolgente e fluido!!! La prossima 10km la corri con me e facciamo pure la volata.......hahahahaha

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  2. La tua captatio benevolentiae non attecchisce: non mi suicido correndo al tuo ritmo, mi tengo stretti quei 30 secondi che ci distanziano e, anzi, oggi metterei la firma per poter sempre limitare il distacco a cosi' pochi metri!

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  3. Ho un buon maestro, anzi un buon coach!

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