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Sunday 11 August 2013

London Summer 10k - 11 agosto 2013...la condizione cresce insieme alla fiducia

Piano piano la condizione torna
La stagione (agonistica) di quest’anno 2012-2013 si chiude con una piacevole gara nel parco londinese Regent’s, splendido polmone verde cittadino di circa 400 ettari, che al suo interno ospita i Queen ‘s gardens, con le oltre 30.000 rose di 400 specie diverse, eccellenti strutture sportive (si tratta della più estesa superficie per sport outdoor nella capitale inglese), un teatro, uno zoo, 100 specie diverse di volatili con la più ampia varietà di uccelli acquatici dell’intera Inghilterra.


Teatro di gara

Posa plastica approfittando di un fugace raggio di sole
Appena entro nel parco, poco dopo le 9 del mattino, noto molti di questi animaletti e soprattutto constato con un certo disgusto la quantità dei loro bisogni per terra: un vero e proprio campo minato in una zona del parco che, per fortuna, non farà parte del tracciato di gara.
Primo bel colpo d'occhio, appena arrivato a Regent's Park

Ecco gli animaletti

Quando il sonno arrivo, ci si mette su una zampa, no?


La registrazione ed il ritiro del chip avvengono con una certa rapidità, la temperatura è ottima (17-18 gradi), il cielo nuvoloso ed il vento intorno ai 15-20 km orari. Questo Paese non avrà il sole e la luce dell’Italia, ma per correre d’estate è l’ideale...

La trama della gara di oggi è semplice: ripetere tre volte un circuito all’interno di questo bel parco, su un tracciato descritto dall’organizzazione come “sostanzialmente pianeggiante” (avverbio molto sospetto).
Dopo il consueto riscaldamento ed i soliti allunghi, vedo con piacere che prima della gara “dei grandi”, un manipolo di gnappetti partecipa ad una mini-run di un chilometro, con centinaia di persone a fare il tifo, applaudirli, incitarli e sostenerli, per la gioia di genitori commossi e di bambini che si avvicinano al mondo dello sport nel modo migliore: divertendosi e con una spensierata, primordiale e appena abbozzata vena agonistica.


La tuta ci sta tut(t)a!
La corsa degli “adulti” inizia con qualche minuto di ritardo rispetto alle previste ore 10.30: subito constato 7-8 atleti che partono a razzo davanti a me e che lascio andare senza preoccuparmi. Il coach, dal continente nero (paraponziponzipo’), mi aveva suggerito di partire a 3’45 al km, salvo poi tentare una accelerazione progressiva nella seconda metà di gara.

Strategia assolutamente sensata, se non fosse che, per esempio,  i primi 200 metri sono in leggera discesa, seguiti da altrettanta salita, in un percorso che si rivelerà non perfettamente pianeggiante e, a causa delle 12 curve a “u” totali, di certo non il più filante della mia carriera podistica. Insomma, mettere il "cruise control" a un ritmo pre-stabilito ”a tavolino”, quest'oggi, non si adatterebbe alla natura nervosa ed irregolare del tracciato.


Ventosa zona partenza/arrivo
Il primo chilometro, comunque, sarà anche il più veloce (3’34), seguito da una stabilizzazione del ritmo al secondo (3’44) e da un certo nervosismo nel terzo (3’41) e nel quarto (3’39). Riesco a trovare una certa regolarità, anche se con un calo della velocità, fra il quinto ed il nono (3’47, 3’44, 3’44, 3’43, 3’47), salvo poi chiudere il decimo in buona progressione (3’39) e i 150 metri in più (rispetto ai 10 km di gara teorici) in 28 secondi.

Resta il rammarico, si fa per dire, di avere fatto gara di inseguimento su un atleta che, una volta raggiunto e superato al settimo chilometro, sembrava scoppiato salvo poi rinascere al nono chilometro, riaffiancarmi e sconfiggermi prendendo il largo negli ultimi 800 metri. Al traguardo, molto sportivamente, mi verrà a salutare e a stringere la mano, ma temo che abbia fatto il paraculo, prendendo la mia scia. Lo "perdono" perché nella corsa chi arriva prima ha sempre ragione e perché il coach avrebbe fatto la stessa cosa.

Media chilometrica finale di 3’42/km. Si tratta di un discreto e non trascurabile miglioramento della condizione rispetto alle uscite degli ultimi 2-3 mesi, che avevano fatto registrare una vistosa flessione del mio stato di forma.

Il fastidio al fianco destro si è leggermente manifestato intorno al sesto chilometro, ma la prudenza ed il non forzare il ritmo mi hanno permesso di neutralizzarlo immediatamente. Anche questa è una buona lezione da imparare per capire il fisico ed i segnali che invia.

A livello di classifica, per quanto conta, giungo quinto assoluto su 370 anime arrivate al traguardo: anche questo fa piacere.
Classifica provvisoria affissa in tempo record

Il coach, seppur lontano, mi ha già mandato il programma di preparazione da qui alla mezza di Oslo, prevista fra sei settimane: parecchi chilometri da macinare, durissimi allenamenti anche durante le vacanze ed una bella mezzamaratona, da correre come allenamento “allegro” e già entusiasticamente inserita in calendario ad inizio settembre nel fantastico scenario della riviera ligure. Non vedo l'ora di partire!!

Ci sarà da faticare, ma siamo qui per questo e sempre pronti alla sfida e a rilanciare...

Viva i podisti dei parchi londinesi e viva la Regina!

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