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Wednesday 10 April 2013

Run Eton 5/10/20 km - 7 aprile 2013... Trionfo di squadra!



Ecco i nostri quattro eroi prima della partenza

Il progetto di questa trasferta primaverile ha per la verità inizio tanto tempo fa, per la precisione al termine della “Corsa della Befana” (6 gennaio 2013), quando il quartetto, con fare massonico-cospiratorio, si accordava con poche parole e simbolici gesti per investire lo scrivente aspirante bronto-maratoneta del ruolo di organizzatore di una trasferta in suolo britannico, dopo i fasti e le imprese di Nottingham del settembre 2012.

Tornato dunque nel nord-Europa, al termine di piacevolissime vacanze natalizie, mi sono subito gettato alla ricerca di una corsa che potesse soddisfare le esigenze di tutti: il coach voleva una gara corta, intorno ai 5 km; i fratelli Rea optavano per la classica distanza dei 10 km; il sottoscritto voleva osare fino alla mezzamaratona (21.1 km). Al termine di spasmodiche ricerche e di confronti reciproci, la preferenza è andata alla “Gatorade Run Eton”, che in un’unica manifestazione univa una competizione da 5 km, una da 10 km ed una da 20 km. Data della gara: domenica 7 aprile 2013, partenza alle 13h30 ed illusione per tutti di trovare un clima mite, soleggiato e primaverile.

Il primo a sbarcare in suolo britannico è il coach che, reduce da una vacanza in zone esotiche con temperature intorno ai 30 gradi, atterra ad Heathrow venerdì 5 aprile con circa 25 gradi di escursione termica ed un gelido vento, tanto per mettere in chiaro chi sarà il vero avversario da sconfiggere in gara. Il primo strumento di neutralizzazione del freddo sarà una ricca cena a base di hamburger, debitamente arricchiti da abbondante formaggio e bacon da anti-atleti, il tutto in un tipico pub inglese!

Il coach, fra una pinta di birra tipo “ale” ed un’altra, da tapascione purosangue quale è, maledice una presunta mancanza di forma e di obiettivi podistici, aggravata da un paio di settimane di scarso e, qualitativamente parlando, mediocre allenamento.

Sul presto si è già a letto, da veri atleti quali vorremmo (o almeno fingiamo di) essere ogni tanto. Il mio sonno è agitatissimo e non riesco a dormire.

L’indomani, ad accoglierci appena svegli, è un incredibile sole inglese che ci butta giù dal letto e ci “costringe” ad una sgambata di 40’ con relativi allunghi in giro per il ridente parco di Woking, da me spesso percorso in lungo e largo nei buii e freddi allenamenti invernali inglesi. Sarà un piacere farlo scoprire proprio a colui che commissiona, spietatamente e con sadica crudeltà, quei medesimi allenamenti

Verso ora di pranzo io ed il coach, al volante della scattante Ford presa a noleggio, siamo a Gatwick ad accogliere con i meritati onori Fabio e Giampiero, i quali escono dal gate degli arrivi facendosi notare per due tratti distintivi: le scarpe ai piedi da corsa rigorosamente da gara e l’abbigliamento da “campagna di Siberia”, con pesantissimi indumenti che si mormora possano addirittura celare un colbacco di pelliccia in visone! Esagerati!

Il sabato pomeriggio dei nostri quattro eroi passa liscio come l’olio in un bel giro turistico per le strade londinesi. Il sole cerca invano di neutralizzare il freddo, mentre gli atleti si concendono un pittoresco tour in battello sul Tamigi, conclusosi con uno sbarco al Westminster Pier, con il Big Ben ed un bel tramonto a fare da suggestivo sfondo.

Come a Nottingham, anche questa vigilia di gara è caratterizzata dalla rigorosa cucina nostrana presso un ristorante italianissimo non lontano da casa mia. Ottima qualità, apprezzata dai pur assai esigenti commensali: acqua, antipasto, pizza e dolce per me ed i Rea; birra antipasto, 2 etti (almeno) di paccheri al pesto e pomodoro per il coach, che da autentico tapascione continua a lamentarsi della presunta scarsa forma, dicendo di gareggiare solamente per dovere di presenza ed inducendo in tentazione con un limoncello finale il bronto-maratoneta ed i solitamente astemissimi Fabio e Giampiero. Miracoli del coach...

Verso mezzanotte vado a dormire, come sempre agitatissimo alla vigilia di una gara, mentre il coach ronfa pesantemente prima ancora di toccare il cuscino...ma come farà?

Prima ancora del suono della sveglia, complice anche un’inopinata tappa al bagno del coach, salto dal letto e scarico la tensione allestendo una colazione da veri atleti a base di pane tostato e marmellata, latte e caffè. Fuori c’è il sole, ma la temperatura è intorno ai 5 gradi, è giunto il momento di andare a prendere Fabio e Giampiero in hotel prima di fare rotta per Dorney Lake, bacino olimpico di canottaggio ai recenti giochi londinesi, per noi oggi teatro di uno spettacolo che vorremmo rendere storico.

All’arrivo nello splendido scenario bucolico di Eton, lasciato sulla sinistra il Castello di Windsor, notiamo subito un fastidioso vento da sud-est, in direzione nord-ovest, che non solamente disturberà i podisti per metà gara ma avrà anche la beffarda sfacciataggine di aumentare di intensità proprio quando iniziamo il riscaldamento e fino al termine della corsa.

L’organizzazione non presenta particolari pecche, anche se per un iniziale disguido, prontamente corretto, non risultava iscritto uno di noi quattro, peraltro la punta di diamante Fabio.

Una volta ritirati i pettorali e scattate le consuete foto ricordo di quattro infreddoliti eroi, in zona registrazione notiamo un tizio, che scopriremo fare di cognome Cooper, dalle sembianze di atleta serissimo, magro e con materiale tecnico di primissima qualità ai piedi.

Zona partenza

Il maledetto risulta iscritto sia alla gara di 10 km che a quella di 20 km: chi se lo ritroverà come avversario?Io o Fabio-Giampiero? Freneticamente, sfidando il freddo, cerco sull’Iphone notizie e tempi recenti di questo Cooper, ma trovo solamente un omonimo americano ed uno australiano. La tensione pre-gara non mi permette di dilungarmi in ulteriori ricerche, quindi spengo il telefono e non mi preoccupo.

Anch’egli, ribattezzato (Mini-)Cooper, sembra notare questo pittoresco quartetto di italiani “caciaroni” dalla buona forma fisica e non manca di lanciare occhiate di sfida durante la fase di riscaldamento, badando bene a coprire il pettorale per non svelare a noi potenziali rivali a quale delle tre distanze di gara prenderà parte. Assurdo tapascione d’Oltremanica competitivo.

Fra una risata, varie tappe pre-gara al bagno, un po’di foto e voglia di cazzeggio tipica dei podisti felici, completiamo un breve riscaldamento di un paio di chilometri (prendendoci i rimproveri del coach!) e alle 13h30 siamo tutti pronti sulla linea di partenza per questa gara attesa da oltre tre mesi. Sappiamo, nel silenzio pre-partenza, che  l’occasione potrebbe essere unica per tentare il colpaccio.

Zona arrivo
Trattandosi di un circuito perimetrale di 5 km intorno al bacino di Dorney Lake, ho la fortuna di poter ammirare e seguire (a distanza) le gesta del gruppetto di testa, che vede subito Fabio in gran spolvero condurre una gara tattica nei primi due chilometri, salvo poi staccare di un centinaio di metri il resto degli inseguitori e galoppare in vincente solitudine verso il traguardo negli ultimi 7 chilometri.

Trionfo di Fabio sui 10 km con arrivo a braccia alzate

Da dietro vedo anche il coach, che per l’occasione indossa una appariscente maglia gialla, mettere in pratica tutte le sue sagge tattiche per succhiare la scia dei malcapitati di turno nei primi 2.5 km controvento, salvo poi risalire la china e progredire in scioltezza negli ultimi 2.5 km. 

Coach premiato come vincitore sui 5 km

Come Fabio, anch’egli taglierà il traguardo per primo, in una storica doppietta Lazio Runners Team sui 5 e sui 10 km! Vedo anche un ottimo Giampiero in gagliarda condizione: finirà con un soddisfacente tempo ed un ottimo piazzamento assoluto.

Ottimo piazzamento e buon tempo anche per Giampiero sui 10 km

Del glorioso quartetto resto dunque solamente io in gara: al passaggio al decimo chilometro (38’00), constato di avere davanti di una quarantina di secondi il maledetto (Mini-)Cooper e quel che resta di una ragazza, una mezza cozza che però va forte e sembra non cedere. Il coach e Fabio sono lì ad incoraggiarmi e a scattare foto, strappandomi un sorriso e facendomi enorme piacere.

Mio passaggio al decimo chilometro, ancora per poco dietro alla ragazza

A metà gara mi ritengo soddisfatto soprattutto del ritmo tenuto senza faticare nei 5 km controvento (intorno a 3’50), andando più forte del ritmo consigliato nel pre-gara dal coach (intorno a 4’00). Raggiungo e affianco la ragazza intorno all’undicesimo km: prenderle la scia controvento mi sembra una bastardata imperdonabile, quindi allungo il passo, la supero e mi piazzo davanti a lei.  Sfrutta la mia scia e mantiene il ritmo per un paio di minuti, poi sento che il distacco aumenta e da quel momento correrò gli ultimi 8 km in totale solitudine.

Il maledetto (Mini-)Cooper, quando ripasso all’altezza del traguardo, al km 15, è avanti di un minuto, quindi ormai fuori portata.  Nel tratto di inversione di marcia al km 17.5 ci incrociamo, gli faccio il segno dell’ok con il pollice come a dire “hai vinto, complimenti” e lui ricambia con altrettanta cordialità. Mi sta meno antipatico e capisco una verità inappellabile: merita la vittoria perché è semplicemente più forte.

Tornando alla cronaca della corsa, i cinque km dal decimo al quindicesimo sono archiviati con un passo regolarissimo (18’58) che affronto senza faticare pur mantenendo una discreta ed efficace velocità di crociera. All’ultimo giro di boa, dopo 2.5 km di vento contrario, vedo in lontananza il traguardo e con scioltezza mi cimento in una leggera progressione che mi farà giungere al traguardo percorrendo gli ultimi 5 km in un ottimo 18’07, segnale incoraggiante di una forma che sta arrivando in vista del tentativo di PB sulla mezzamaratona il prossimo 21 aprile a Borgo Hermada (vicino a Terracina).

Arrivo in scioltezza dopo 20 km di gara

Chiudo i 20 km di gara con un ottimo 1h15’03’’ (real time), corretto a 1h15’08’’ (official time), per un secondo posto assoluto che mi fa davvero piacere. I secondi 10 km (37'06) sono chiusi con split negativo di circa un minuto, anche questo mi sembra un ottimo segnale per il morale.

Resta la consapevolezza di valere 1h19’59” sulla mezzamaratona, traguardo per me impensabile fino a pochi mesi fa.
In conclusione, la pattuglia Lazio Runners Team lascia Eton con due primi posti sui 5 e sui 10 km ed un secondo posto sulla distanza dei 20 km: si tratta di un trionfo che resterà scolpito negli annali della storia podistica, un vero e proprio exploit da tramandare ai posteri nei secoli dei secoli (ho forse esagerato?).

Primo premio a Fabio sui 10 km

Seconda piazza per me sui 20 km

Soddisfazione dei quattro dopo le fatiche atletiche

Quello che più resterà di questa fantastica trasferta podistica, ancora una volta, è il clima festoso, le chiacchiere pre e post gara, la spensieratezza di una bella domenica di sport vissuta insieme al coach ed ai grandissimi Fabio e Giampiero, ormai insostituibili compagni di viaggio in fantastiche campagne podistiche in giro per l’Italia e per l’Europa!

Il Gran Consiglio dei Saggi, ricevuto il parere positivo del coach, ha anche sciolto le ultime riserve decretando che il debutto in maratona per il sottoscritto e per Fabio (Giampiero, eroe,  già ne ha corsa una) avverrà a fine novembre in occasione della Maratona di Firenze, evento per il quale sono già entrato in uno stato di trepidante attesa e che potrebbe rappresentare l’inizio di un vero bronto-runner o, se le cose dovessero andare male, il suo definitivo tramonto.

Viva i canottieri di Eton, viva il coach, viva i Rea brothers e, soprattutto, viva la Regina!

Di seguito il riepilogo chilometrico con relativo ritmo

Summary
1:15:03.4
1
3:47.2
2
3:51.7
3
3:45.8
4
3:43.2
5
3:44.5
6
3:51.2
7
3:52.3
8
3:44.2
9
3:41.7
10
3:42.4
11
3:50.6
12
3:50.6
13
3:43.7
14
3:44.4
15
3:42.7
16
3:52.6
17
3:48.8
18
3:46.5
19
3:42.3
20
3:17.1

3 comments:

  1. Ottimo post ma c'è un errore di battitura.......considerato che hai corso 20km da solo e con vento forte forse volevi scrivere che hai la consapevolezza di valere 1.17.59???????? È comunque ma + di 1.18 basso!

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  2. Stavo per fare un tardivo commento simile a quello del coach, finchè la finestra non mi ha dato visibilità del suo commento.
    1h e 18 alla Pedagnalonga è scontato, a meno di un possibile caldo tropicale.

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  3. Mi piacerebbe tanto poter rispettare le vostre ottimistiche previsioni. Il coach sta boicottando Pedagnalonga, quindi rischio di non poter neanche tentare l'impresa :-(

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